«Non faccio nessun passo indietro. Vengono rivolti appelli, a mezzo stampa, ad alcuni candidati sindaco, me compreso, volti a fare un passo indietro. Sono inammissibili. Sotto il profilo formale e sostanziale. Un appello simile, per essere autorevole, dovrebbe provenire da una autorità morale certificata ed universalmente riconosciuta e non da parti politiche. E’ irragionevole, poi, rivolgerlo ad alcuni candidati sì e ad altri no, perché introduce inaccettabili elementi di discriminazione. Infine, manca di rispetto verso i valori e le idee dei destinatari».
A ribadire il suo impegno per Taranto è il candidato sindaco Massimo Brandimarte che nei giorni scorsi ha spiegato: «Ho assunto un impegno e lo porto avanti. La partecipazione è il sale della democrazia e a me piace il gioco democratico: più candidati significa più libertà politica. È un vantaggio, non dobbiamo essere limitativi su questo tipo di diritti. Io sono l’uomo PER FARE: il Sindaco deve amministrare una città ascoltando le necessità e le priorità dei cittadini, condividere le scelte, rispettando leggi, regolamenti e direttive».
Secondo Brandimarte occorre “ripartire dalla risorsa del mare per dare nuova linfa vitale alla città. Mar Grande e Mar Piccolo devono essere recuperati anche all’ economia, per superare le difficoltà di questo momento storico. Sfruttare la risorsa mare significa sviluppo: più turismo, più commercio”. Ecco cosa annuncia: «Incentiverò iniziative sulla cultura, sull’arte per un nuovo rinascimento. Ripartiamo dalla scuola per ascoltare le esigenze dei cittadini di domani: creerò il consiglio comunale dei bambini delle primarie e degli studenti delle superiori e dell’università. Ripartiamo dalla nostra storia. Lo Sviluppo deve ripartire anche dall’archeologia.»
Poi sul caso Ilva Brandimarte la pensa così: «Un’industria opera su un’autorizzazione che rilascia il governo. Il sindaco, rispetto alla chiusura di una fabbrica, ha poteri limitati; come ufficiale di governo può ordinare solo la sospensione temporanea, in casi di eccezionale urgenza, o di emergenza. Ma può rappresentare una cittadinanza unita, compatta per obbligare le istituzioni nazionali a contare nelle scelte. Il compito primario di un sindaco è rendersi parte attiva, Creerò le condizioni affinché, riuniti intorno ad un tavolo istituzionale con le istanze cittadine, con gli enti responsabili, Comune, Provincia, Regione, e con i rappresentanti dei lavoratori, dei cittadini, della sanità, si decida insieme le scelte sul futuro di questa città»
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