“È gravissimo che il Governo con un decreto ministeriale deroghi al divieto di nuovi pozzi e nuove piattaforme entro le 12 miglia – commenta Francesco Tarantini, presidente di Legambiente Puglia – escludendo il Parlamento da una questione così delicata e non tenendo conto della volontà popolare espressa in occasione del referendum, che ha visto 15 milioni di cittadini manifestare tutta la propria contrarietà alle trivellazioni”.
In un contesto in cui la politica energetica del nostro Paese è al centro del dibattito politico, a partire dalla realizzazione del Tap a Melendugno, accade che, con un decreto del Ministero dello Sviluppo Economico, le società petrolifere titolari di concessioni già rilasciate possono modificare, e quindi ampliare, il loro programma di sviluppo originario per recuperare altre riserve esistenti, e di conseguenza costruire nuovi pozzi e nuove piattaforme entro le 12 miglia.
“Di fronte a questo nuovo cambio di rotta del Governo – conclude Tarantini – chiediamo alla Regione Puglia e ai parlamentari pugliesi di farsi promotori delle nostre istanze ovvero il divieto di utilizzo della tecnica dell’airgun, fortemente impattante per la fauna marina, la redazione di un Piano delle Aree per le attività di prospezione, ricerca e coltivazione degli idrocarburi, da sottoporre a valutazione ambientale strategica, per avere un quadro degli effetti cumulativi delle attività petrolifere in corso. Poiché i rischi ambientali non hanno confini, è necessario avviare anche una procedura di VAS transfrontaliera, che coinvolga tutti i Paesi costieri interessati dalle attività petrolifere”.
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