Nel consiglio comunale del 29 marzo a Taranto Lina Ambrogi Melle – raccogliendo il progetto di PeaceLink – ha proposto l’Osservatorio Mortalità in tempo reale a Taranto, un progetto che ha alle spalle studi scientifici di rilievo. E’ un progetto in cui PeaceLink credeva e crede fermamente in quanto può dare il polso della situazione ambientale, nel bene e nel male.
Vi sono giorni in cui a Taranto – invece di essere cinque decessi (è il dato medio) – ve ne è più del doppio e bisogna capire perché. Può essere un caso ma vi può essere anche una componente ambientale. Del resto la relazione statisticamente significativa fra Wind Days (vento dall’area industriale) e mortalità è già stata documentata per il quartiere Tamburi di Taranto in uno studio scientifico del Centro Salute e Ambiente della Regione Puglia. Avere un osservatorio in tempo reale dei decessi significa disporre di uno strumento di pronto allertamento per una città già da tempo dichiarata ufficialmente ad alto rischio ambientale.
Invece di sostenere la necessità di capire e di indagare, gli altri consiglieri comunali di Taranto – di fronte alla richiesta di Lina Ambrogi Melle – da quello che apprendiamo hanno fatto mancare il numero legale e così non si è potuta votare in consiglio la proposta di Osservatorio della mortalità in tempo reale (che dovrebbe essere riproposta nella seduta del 31 marzo).
Ieri a seguito di ciò, sui social network, si è sviluppato un dibattito da cui è emerso che vi è ancora chi mette in dubbio la fondatezza scientifica della proposta di Osservatorio in tempo reale. PeaceLink può portare molteplici dati scientifici a supporto della proposta di Osservatorio in tempo reale.
Chiediamo di essere convocati per un’audizione in cui poter esporre le ragioni dell’utilità di tale Osservatorio in tempo reale, oggi reso possibile dalla dematerializzazione del certificato di morte e dall’inserimento in real time dei dati in un database georeferenziato di studio della mortalità quartiere per quartiere, in particolare nel quartiere Tamburi accando a cui l’ILVA continua a produrre e a inquinare.
Un tale osservatorio sarebbe un deterrente per chi inquina in quanto avremmo dati istantanei sui decessi. Quei dati di mortalità li avremmo subito e non dopo anni e anni come accade per le indagini epidemiologiche. Sarebbero dati demografici da approfondire sotto il profilo epidemiologico ma assutamente attendibili da un punto di vista statistico. Costituirebbero la “spia rossa” di una criticità da valutare e di cui tuttavia tenere immediatamente conto.
Da quello che si evince, a nostro avviso emerge purtroppo nel consiglio comunale una diffusa non conoscenza di quella che è la relazione IN TEMPO REALE fra inquinamento e mortalità, nonostante molteplici studi scientifici da tempo abbiano osservato e documentato un incremento di decessi nelle ore successive all’incremento delle polveri sottili. Polveri sottili che a Taranto hanno una tossicità superiore a quella di altre città italiane e che pertanto vanno monitorate con particolare cura perché provocano una quantità di decessi più che doppia secondo quello che emerge dallo studio epidemiologico Sentieri.
Recenti studi scientifici sugli embrioni di pollo confermano una particolare tossicità specifica delle polveri di Taranto. Una tossicità persistente che è riscontrabile anche nelle polveri di questi ultimi anni, le polveri post AIA ILVA e post leggi salva ILVA. Sono le polveri che arrivano attualmente sui balconi e nei polmoni dei tarantini e che generano ancora effetti acuti. Sono polveri anomale dagli effetti tossici superiori a quelle di altre città e che possono produrre effetti sanitari significativi. Siamo in presenza di ricerche che confermano gli studi epidemiologici del dott. Forastiere Forastiere del 2012 e del 2016.
La stragrande maggioranza dei consiglieri comunali a Taranto a nostro parere farebbe bene a documentarsi maggiormente sul pericolo che l’inquinamento può avere, oltre ad effetti a LUNGO termine, anche questi effetti a BREVE e a BREVISSIMO termine che la letteratura scientifica ha ormai abbondantemente descritto. Purtroppo anche discutendo con persone di cultura, si nota a Taranto la carenza di questa consapevolezza degli effetti IMMEDIATI e ACUTI dell’inquinamento da polveri sottili.
Siamo in presenza a Taranto di una diffusa “incoscienza” sugli effetti acuti a breve termine delle polveri sottili. Se la relazione fra inquinamento e cancro è stata ormai acquisita e interiorizzata da molti, non altrettanto è accaduto per la relazione fra inquinamento e INFARTI e ICTUS, che si può manifestare nelle ore immediatamente successive all’incremento delle polveri sottili.
Per questa ragione riteniamo necessario e urgente che il Consiglio comunale acquisisca informazione scientifiche in merito e voti la proposta di Osservatorio Mortalità in tempo reale, già a suo tempo fatta cadere dal sindaco Ippazio Stefano in una seduta di giunta in cui la proposta era arrivata da parte di studiosi dell’università.
Il disastro ambientale e sanitario di Taranto non fa parte del passato ma continua ancora oggi. Avere un osservatorio in tempo reale dei decessi può costituire un grande ostacolo a chi intende rimuovere il problema e dire che oggi tutto va bene.
Chi ha paura di sapere giorno dopo giorno quante persone muoiono a Taranto? Perché il Consiglio comunale di Taranto non vuole sapere in tempo reale quanti decessi ci sono in città? A chi giova non disporre di informazioni scientificamente certificate da un osservatorio?
Ricordiamo ai consiglieri comunali che in base alle norme vigenti il sindaco è il responsabile della condizione di salute della popolazione del suo territorio ma che, al contempo, il consiglio comunale condivide questa responsabilità con il sindaco. E’ pertanto compito sia del sindaco sia del consiglio comunale conoscere lo stato di salute della popolazione.
Ricordiamo che la proposta di Osservatorio mortalità in tempo reale ha un costo zero per l’Amministrazione Comunale in quanto i dati sono già in possesso dell’anagrafe comunale e nell’amministrazione vi sono risorse competenti per gestirli in tempo reale.
Alessandro Marescotti – Presidente di PeaceLink
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