“I volontari non possono sostituire le guide turistiche”, Confguide Taranto e Brindisi contesta presidente Fai
“La narrazione presuppone la conoscenza, l’esposizione dei dati salienti e la passione di comunicare: una passione tipica dei volontari, che alle guide professionali sovente manca”.
“Parole pesanti come un macigno – è scritto in una nota stampa – quelle del presidente nazionale del Fai, il Fondo Ambientale Italiano, Andrea Caradini, che suscitano la profonda indignazione dei professionisti del settore e che inducono il presidente di Confguide Taranto e Brindisi, l’associazione delle guide ed accompagnatori turistici, Giovanni Colonna, ad esprimere pubblicamente tutto il malessere dei professionisti del settore, verso una affermazione che in fondo è sintesi di un pensiero diffuso che assimila i servizi di ospitalità, assistenza, accompagnamento e guida turistica ad una attività di volontariato”.
“E’ grave che il professor Caradini, archeologo e storico dell’arte di fama, che proprio per la sua esperienza professionale e accademica conosce tutti i ritardi e i disagi che pesano sulla promozione e la divulgazione del patrimonio culturale del Paese, metta sullo stesso piano professionisti del settore e volontari, come se lo studio, le competenze specifiche, l’esperienza, la professionalità non avessero alcun valore. Il professor Caradini sbaglia ancora quando tentando di spiegare meglio il suo dire, duramente contestato da associazioni di categoria e guide, afferma che ‘sono figure che possono facilmente incappare nella routine che si nasconde dietro ogni lavori ripetuto, faticoso e purtroppo non adeguatamente riconosciuto’ . Dimentica che è ben difficile che ci sia appiattimento del servizio: cambia il pubblico ed ogni volta il racconto si carica di nuove emozioni”.
“Il lavoro della guida ed accompagnatore turistico è certamente un lavoro faticoso, non perché ‘ripetuto’, ma perché abusato da soggetti che operano nell’illegalità, parificando il lavoro al volontariato, tradendo così le aspettative di stabilità che deriverebbero da una gestione professionale e durevole del patrimonio culturale, e questo non riguarda ovviamente solo le guide. Sarebbe possibile tollerare che in altre professioni, l’archeologia tanto per restare in un tema caro al professore, i volontari potessero mai sostituire gli archeologi?”