L’ONU ha dedicato la Giornata Mondiale 2017 alla “WASTE WATER”. La vera sfida per l’Italia è la depurazione: smettere di pagare multe per realizzare impianti, già oggi in grado di produrre (dagli scarichi delle nostre case) plastiche, concimi o metano per le auto.
“Per le nostre aziende, che gestiscono l’acqua, l’energia e i rifiuti, pensare in modo integrato è normale. L’acqua e i rifiuti, quindi gli acquedotti e la depurazione, le sorgenti e gli scarichi, vengono pensati in modo da essere utili gli uni agli altri. Il viaggio dell’acqua continua anche dopo i nostri rubinetti e non è un caso se le maggiori novità, scientifiche tecniche e tecnologiche degli ultimi anni, riguardano i processi di depurazione e gli usi dei prodotti di depurazione. Con quello che nelle generazioni precedenti veniva buttato nei fiumi, oggi si producono prodotti per l’agricoltura, plastiche e anche combustibile per le auto”.
Giovanni Valotti, presidente di Utilitalia – la federazione che riunisce 500 imprese di servizi pubblici – annuncia in questo modo la partecipazione “fisica e morale” alla Giornata Mondiale dell’Acqua, promossa dalle Nazioni Unite, che per il 2017 avrà come tema le acque di scarico (Waste Water).
La federazione infatti è tra i promotori della Conferenza Nazionale sulle Acque che la Presidenza del Consiglio dei Ministri, tramite la struttura di missione “ItaliaSicura” ha organizzato per il 22 marzo a Roma, nella quale Utilitalia affronterà in particolare i temi dell’acqua per usi civili e della depurazione.
“Anche se è ormai arrivato il tempo di investimenti di manutenzione, almeno per l’acqua potabile e la costruzione degli acquedotti c’è stata una stagione d’oro a metà del novecento. Nella depurazione questo deve ancora avvenire. Le multe che l’Italia sta pagando all’UE per i ritardi – continua Valotti – sono un buon motivo per cominciare subito, con investimenti che devono portarci dagli attuali 32 euro per abitante che vengono spesi oggi ad almeno 80 euro per abitante all’anno. Resteremo lontani dagli oltre 100 che si spendono in Europa, ma almeno avremo intrapreso il percorso necessario ad evitare che i soldi vengano spesi in multe anziché in opere”.
Utilitalia ricorda (dati Blue Book 2017) che il gap infrastrutturale del settore idrico rispetto al contesto europeo vede: Acquedotti vecchi, il 60% delle infrastrutture è stato messo in posa oltre 30 anni fa e il 25% di queste supera i 50 anni; Depurazione assente per l’11% dei cittadini, che significa danni per l’ambiente, per i fiumi e per i laghi e sanzioni europee comminate all’Italia (tre contenziosi che la Commissione UE ha avviato nei confronti dell’Italia, per mancati adempimenti alla direttiva 91/271/UE); Due condanne da parte della Corte di Giustizia Europea (la C565-10 e la C85-13) e l’avvio di una nuova procedura di infrazione (Procedura 2014-2059). Seppure con gravità diverse e sanzioni differenziate, sono colpiti 931 agglomerati urbani, concentrati nel Mezzogiorno e nelle isole.
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