“Stiamo vivendo un clima da far west in campagna – denuncia il presidente della Coldiretti Taranto, Alfonso Cavallo – e, nonostante gli accorati appelli del mondo rurale di un presidio che assicuri maggiore sicurezza contro la criminalità nelle aree rurali, siamo continuamente alla mercé di bande che rubano mezzi, attrezzature e prodotti, danneggiano le proprietà, minacciano la stessa incolumità degli imprenditori agricoltori. Come l’anno scorso, ad orologeria sono ricominciati gli episodi di taglio dei tendoni e dei ceppi nelle aree vitivinicole vocate della provincia di Taranto, dopo gli ingenti danni causati dal furto di barbatelle. Chiediamo al presidente della Regione Puglia Emiliano di denunciare, oltre alle inaccettabili minacce contro i sindaci, il ministro dell’Interno Minniti, anche la grave situazione che vivono gli agricoltori in Puglia che da anni chiedono una cabina di regia interforze con una dotazione di uomini e mezzi che possano intervenire all’occorrenza delle campagne, ormai sempre più in balia di bande criminali di nazionalità italiana e straniera. E’ evidente quanto da noi ormai serva l’Esercito”.
L’anno scorso in soli 2 mesi furono denunciati 38 casi di tendoni e ceppi di uva tagliati a Grottaglie e quest’anno il rischio è che i numeri lievitino esponenzialmente. Nei vigneti a Fragagnano, Lizzano, San Marzano, Sava e Manduria all’ordine del giorno i furti di barbatelle. Al valore di 2 euro a pianta va aggiunto il costo della manodopera, considerato che in 1 ettaro di vigneto ci sono fino a 5mila piante, possiamo ben immaginare il danno arrecato alle imprese viticole dell’area orientale. A ciò va aggiunta la difficoltà a reperire altre barbatelle da impiantare.
“Chiediamo al Prefetto di Taranto che convochi un tavolo di confronto per fotografare esattamente la mappa delle aree dove i fenomeni sono più violenti e ripetuti – incalza il Direttore di Coldiretti Taranto, Aldo De Sario – e al contempo chiedere misure più stringenti di presidio del territorio al Governo. Sono sempre più frequenti i furti di rame e mezzi agricoli e stiamo registrando fenomeni estorsivi, chiaramente evidenziati dai numerosi tendoni tagliati che abbiamo denunciato incessantemente. I reati contro il patrimonio (furto, abigeato, usura, danneggiamento, pascolo abusivo, estorsione, ecc.) rappresentano la “porta di ingresso principale” della malavita organizzata e spicciola nella vita dell’imprenditore e nella regolare conduzione aziendale”.
Risulta elevata l’intensità dell’associazionismo criminale in provincia di Taranto (39,4). Oltre ai gruppi organizzati di nazionalità italiana, la mappa della criminalità straniera risulta principalmente di origine albanese, rumena, russa e nordafricana. Secondo i dati dell’Osservatorio, presieduto da Gian Carlo Caselli, in Puglia l’incidenza dei reati di associazionismo di stampo mafioso è pari al 10,3% con 52 denunce di associazionismo per delinquere e 6 di tipo mafioso. Lo spaccato sulla contraffazione evidenzia quanto siano fortemente significative le risultanze relative ai territori di arrivo delle merci, come le realtà portuali, o la lavorazione delle merci con 851 denunce. Una simile analisi è stata condotta anche per la tipologia del reato di estorsione con 638 denunce, generalmente gestito dalle organizzazioni criminali.