Ilva, “Giustizia per Taranto”: ecco tutte le ragioni per tornare in piazza
Alla vigilia della grande mobilitazione di sabato 25 febbraio, che partirà da piazza Marconi alle ore 9 – scrivono i promotori dell’iniziativa – abbiamo voluto approfondire in modo, quanto più accessibile possibile, le ragioni che ci hanno portato a promuovere questa presa di posizione in favore del nostro territorio. Domande e risposte brevi, per meglio comprendere il delicato momento che Taranto e la sua provincia sono nuovamente costrette ad affrontare.
Perché tornare in piazza a manifestare?
Il momento per Taranto è molto delicato, il processo in corso per l’inquinamento dell’Ilva è in una fase cruciale e serve che la città prenda posizione per evitare di essere calpestata ancora una volta.
Perché, cosa sta succedendo nel processo Ilva?
La famiglia Riva è sotto processo per diversi reati, sia a Taranto che a Milano mentre l’Ilva è attualmente gestita dallo Stato. Le due procure, assieme a Governo e imputati, avevano trovato un accordo in base al quale far uscire dal processo le società collegate all’Ilva, in cambio di appena 1 miliardo e 300 milioni. Una giudice di Milano ha respinto l’accordo spiegando che quei soldi sono troppo pochi rispetto ai reati e ai danni procurati. Anche noi siamo contrari ad accordi al ribasso con Governo e imputati. Solo per Taranto la Procura, in un primo momento, disse che sarebbero serviti più di 8 miliardi di euro.
Se le Procure di Milano e Taranto, insieme ai Riva e al Governo (che attualmente gestisce l’Ilva) troveranno un nuovo accordo economico, a chi andranno quei soldi?
In un passaggio introdotto nell’ultima “Legge di Stabilità” il Governo ha previsto che i soldi frutto di accordo debbano essere destinati ai piani ambientali dell’Ilva.
Cosa sono i Piani Ambientali?
Sono le azioni previste in Ilva per diminuirne le emissioni nocive. Le aziende che stanno provando ad acquistare l’Ilva hanno la possibilità di concordare i piani ambientali con il Governo, col rischio che questi siano assai blandi rispetto all’emergenza ambientale in corso a Taranto. Alla popolazione non è ancora dato di conoscere i Piani presentati.
Cosa chiediamo con Giustizia per Taranto?
Che quei soldi costituiscano un anticipo per fermare la contaminazione di Taranto, a partire dalla messa in sicurezza della falda acquifera che, da sotto ai parchi minerali, trasporta gli inquinanti fino al mar Piccolo e ai pozzi di tutto il circondario, con rischio di contaminazione della catena alimentare. L’intervento rientrerebbe nei Piani ambientali e sarebbe perciò coerente con quanto previsto dal Governo, che però non vi sta provvedendo, né pare lo stia pretendendo dagli acquirenti. E’ un obbligo di legge, tant’è vero che già nel 2011 il Ministero dell’Ambiente intimò quest’operazione ai Riva, che allora gestivano lo stabilimento.
Quanti soldi servono per fermare la contaminazione delle acque che da sotto alla fabbrica arrivano al mare?
Tanti. L’osservanza di quest’obbligo non solo è necessaria per fermare la contaminazione di acqua e suolo, ma i suoi costi possono scoraggiare l’acquisto dell’Ilva. Non ottemperare significa consentire un lasciapassare ad inquinare ai compratori, sulla pelle dei tarantini.
Se l’Ilva viene salvata si manterranno i posti di lavoro?
Non è detto. Il rischio di esuberi c’è, sono stati già avviati alla cassa integrazione 5.000 lavoratori ed i nuovi acquirenti potrebbero ridurre ulteriormente gli occupati per ottimizzare produzione e profitti.
Come salvare allora l’occupazione?
Il Governo nel 2012 ha riconosciuto Taranto “area in situazione di crisi industriale complessa”. Con questa ammissione l’Italia ha il diritto di accedere ai Fondi Europei per la Globalizzazione (FEG). Questi soldi sono destinati proprio ad aiutare i lavoratori delle aziende sopra i 500 dipendenti in crisi. L’Italia però continua a non richiederli.
Cosa finanziano questi Fondi Europei?
Aiutano i lavoratori delle aziende in crisi a convertire la loro professionalità al fine di trovare nuovo impiego. Servono anche per accompagnare gli stessi dipendenti nella ricerca di nuova occupazione per due anni. Nel caso dei lavoratori Ilva e del suo indotto, si tratterebbe di farne delle maestranze specializzate nelle bonifiche. In questo modo sarebbero gli stessi operai e impiegati Ilva a poter svolgere le bonifiche di Taranto, ma non solo, perché questa specializzazione può essere molto utile per trovare nuova occupazione nell’ambito delle economie verdi, sempre più in espansione.
Vale la pena chiedere le bonifiche se le fonti inquinanti sono ancora attive?
Le bonifiche a fonti inquinanti attive sono solo palliative e non risolutive, ma l’avvio della procedura per la loro effettuazione dà l’importantissima possibilità di accertare ufficialmente la fonte del danno e pretendere il suo risarcimento secondo il principio europeo, recepito anche dall’Italia, del “chi inquina, paga”. Se non si avvia questo iter i colpevoli potrebbero restare impuniti rispetto ai danni causati al territorio e le bonifiche inattuate. I custodi giudiziari di Ilva hanno accertato che per le bonifiche sarebbero necessari 2.000 operai in più rispetto agli attuali e per diversi anni.
E’ vero che non c’è alternativa occupazionale all’Ilva?
No. Salvare l’Ilva non significa salvare i posti di lavoro, con i nuovi acquirenti potrebbero esserci molti esuberi. Ma soprattutto, il sistema di interessi scoperto dalla Magistratura attorno all’Ilva, ha ampiamente dimostrato che la classe politica e dirigente del territorio non ha alcun interesse ad investire nelle alternative, poiché tenere la città sotto ricatto è per loro molto più redditizio. E’ vero dunque il contrario: non ci sono alternative A CAUSA DELL’ILVA. Per questo dobbiamo far sentire la nostra voce, nessuno lo farà per noi!
Per tutto questo, con GIUSTIZIA PER TARANTO, chiediamo di partecipare alle scelte che riguardano la città e pretendiamo che si investa da subito nella RICONVERSIONE di TARANTO e non in quella delle fabbriche inquinanti! Contiamo nella massima partecipazione da parte della città per costruire un nuovo futuro per Taranto.
Adesioni e sostegno giunte ad ora alla manifestazione:
Associazione Abfo onlus
Associazione Attiva Lizzano onlus
Associazione Delfini e Neonati onlus Taranto
Associazione e Comitato Salute e Vita Salerno
AIL Taranto
Angelo Consoli, direttore europeo ufficio di Jeremy Rifkin
Altamarea Taranto
Associazione A.R.I.ANNA Reumatici Italiani Anna onlus
Associazione Contro le barriere
Associazione EUTACA
Associazione Italiana Genitori AGE Taranto
Anna Ferruzzo – attrice
Associazione A Sud
Associazione AIDO Taranto
Associazione OHANA
Associazione Pulsano D’Amare
Asso-Consum nazionale
Asso-Consum Taranto
ACP Associazione Culturale Pediatri
Associazione Culturale Hermes Academy Onlus
Associazione Pane e Pc
Associazione di volontariato SOS- Salviamo Ora Statte
Comitato Territoriale Arcigay Taranto
Codacons di Taranto – Coordinamento delle associazioni per la difesa dell’ambiente e dei diritti degli utenti e dei consumatori
Centro di Ascolto LGBTIQ di Taranto e Provincia
Luigi Pignatelli – poeta e attore
Bagnoli Libera
CETRI, Circolo Europeo Terza Rivoluzione Industriale nella persona del suo segretario, Leonida Bombace
Centro di Giustizia e Pace del Creato dei frati minori del Salento
Comitato-Art-32-Diritto alla salute Statte
Comitato “io amo gli asili nido comunali di Taranto”
Comitato Taranto L.i.d.e.r.
Comitato Verità per Taranto
Comitato “Vigiliamo per la Discarica” – Grottaglie
Comitato 5 dicembre – Trieste
Comitato pro aeroporto di Taranto – Grottaglie
Comitato Terre Joniche
Comitato Stop Veleni – Sicilia
CreativaMente Taranto
Citte citte inminz’a chiazz
Diodato – cantautore
Don Palmiro Prisutto e il gruppo di Augusta
Federazione Italiana Medici Pediatri
Fondo Antidiossina onlus
Francesco Riondino
Genitori tarantini
Giancarlo Costabile – Pedagogia della R-esistenza
Isde- Associazione Medici per l’ambiente Taranto
Isde- Associazione Medici per l’ambiente
Massafra
Legamjonici
LiberiAmo Taranto
Michele Riondino – attore
Movimento Non Perdono
Nando Popu – Sud Sound System
Nessuno Escluso Onlus
No Al Carbone Brindisi
Peacelink
Plasticaqquà Taranto
Pino Aprile, “Terroni”
Pro Loco Pulsano
Pro gentes aps
Punto di inizio onlus
Sei di Taranto Se
Taranto Ricerca Futuro
Taranto fuori dal web
Taranto Senza Ilva
Tuttamialacittà Taranto
Yvan Sagnet – Lotta al caporalato, Cavaliere della Repubblica
N.B. Aggiungiamo anche l’adesione di InchiostroVerde.it