“Al di là di ogni tecnicismo, non è concepibile che la Regione Puglia continui a sostenere un sistema insostenibile come quello delle discariche, condannato dall’Unione Europea e causa, come dimostrano studi medici e scientifici, di patologie oncologiche e tiroidee, permettendo l’ampliamento di siti già esistenti, in particolare nel Tarantino, aprendoli addirittura al conferimento di rifiuti provenienti dalla Campania, frettolosamente individuati come “speciali” senza lo straccio di un controllo. Un affare, quello dei rifiuti campani, che peraltro favorisce infiltrazioni camorristiche che minano il tessuto socio-economico della Puglia. Stando così le cose, quindi, non è certo campato in aria definire proprio la Regione Puglia come il maggior fattore inquinante del territorio”.
Aldo Pugliese, Segretario generale della UIL di Puglia, si esprime così sulla questione Italcave. “Certo, a Taranto siamo di fronte a un’emergenza senza eguali, visto che nella provincia ionica sono presenti due delle cinque discariche più grandi del continente, al netto degli impianti di compostaggio. Ma il discorso – precisa – è più generale. L’Unione Europea da anni invita la Puglia, anche attraverso sanzioni e provvedimenti ufficiali, a dotarsi di una rete di impianti tecnologicamente all’avanguardia e sostenibile per l’ambiente, in grado di supportare investimenti seri sulla promozione della raccolta differenziata. Invece, tutto continua a passare sotto il silenzio assordante delle istituzioni locali e in primis della Regione Puglia, che fa orecchie da mercante anche dinanzi all’aumento delle patologie causate dalle discariche, negandosi ad avviare un progetto, seppur progressivo, di chiusura delle stesse e di risanamento ambientale, rendendosi al contrario disponibile all’apertura di nuovi lotti”.
“E’ giunto il momento di dire basta a questo scempio indecoroso – conclude Pugliese – di cui la Regione Puglia, con il suo conclamato menefreghismo, si sta indirettamente rendendo complice. Chiediamo da anni una mappatura minuziosa delle discariche in Puglia, sia legali che illegali, da incrociare con il reale fabbisogno e con la produzione di rifiuti della popolazione pugliese. Un passaggio indispensabile per programmare un futuro senza la barbarie dei siti inquinanti che sta mettendo in ginocchio il Tarantino, il Salento e tanti altri territori regionali. Tuttavia, ad oggi, sembra mancare proprio la volontà politica di agire con determinazione e concretezza, in barba agli spot della nuova amministrazione che promettevano un deciso cambio di marcia e, purtroppo, con buona pace della salute dei cittadini e della tutela dell’ambiente”.
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