Ilva, Fim Cisl: individuare strumenti di tutela dell’occupazione e del reddito

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Riceviamo e pubblichiamo le dichiarazioni del coordinatore nazionale della Fim Cisl  Siderurgia Raffaele Apetino e del segretario della Fim Cisl Taranto Valerio D’Alò.

Si è tenuto oggi presso il Ministero dello Sviluppo economico, alla presenza del Viceministro Teresa Bellanova, e dei dirigenti del Ministero del lavoro, l’incontro con la direzione ILVA e le organizzazioni sindacali a fronte della richiesta di Cassa Integrazione per i siti dellíIlva di Taranto e Ilva di Marghera in Veneto, in scadenza il prossimo 3 marzo.
La discussione oggi è partita in seguito all’intervento degli ammortizzatori sociali per il periodo successivo alla scadenza dell’attuale biennio del contratto di solidarietà, per permettere ai lavoratori dell’Ilva, a fronte dell’attuale clima d’incertezza ancora presente circa l’esito del bando di vendita dellíazienda e del relativo piano ambientale, di godere di maggiori garanzie in termini occupazionali e copertura salariale per tutto il periodo necessario.

Abbiamo chiesto una sostanziale riduzione del numero di 4984 lavoratori coinvolti dagli ammortizzatori e il superamento delle rigidità aziendali sulla rotazione dei lavoratori interessati, oltre all’adozione di uno strumento che permetta di garantire la necessaria integrazione economica dei lavoratori e la copertura per tutto il periodo di amministrazione straordinaria. Per la Fim non è decisivo quale tipo di strumento normativo si usi, quanto le garanzie di tutela per i lavoratori. Anche la Regione presente all’incontro con il Governatore deve fare propria parte recuperando i ritardi di questi mesi.
Il Viceministro ha richiesto un rinvio per consentire alle parti di svolgere degli approfondimenti in materia di formazione, rotazione e pertanto ha riconvocato la riunione per il prossimo 27 febbraio alle ore 11 al MiSE. Per la Fim-Cisl occorre rafforzare i percorsi di formazione per favorire la riqualificazione e la rotazione dei lavoratori, garantire la copertura degli ammortizzatori sociali, che ha senso dentro una prospettiva di rilancio del sito di Taranto che preveda la salvaguardia di tutti i posti di lavoro e una produzione dell’acciaio sostenibile per l’ambiente e la salute dei lavoratori.

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