Mediare tra strategie e operatività per arrivare ad un piano strategico da avviare in due anni attraverso scelte strutturali e nuove modalità di controllo e di governo unito alla capacità di aprire un dialogo con l’amministrazione militare.
E’ questa la stella polare da seguire per la costruzione del piano strategico per Taranto, braccio operativo della legge regionale speciale per Taranto il cui articolato è in dirittura di arrivo. Quattro ore di confronto che ha visto esperti di piani strategici, arrivati da mezza Italia, e attori locali scendere nel dettaglio della realtà tarantina conoscendone e capendone i punti di forza e le debolezze.
Due i tavoli di confronto del laboratorio partecipato “Taranto, Futuro prossimo-Gli attrattori culturali per lo sviluppo e per l’occupazione” allestiti nella ex chiesetta di San Francesco all’interno della caserma Rossarol, sede del dipartimento di Studi giuridici dell’Università di Bari-Taranto.
“E dalla discussione – l’iniziativa è stata organizzata dal consigliere regionale Gianni Liviano in collaborazione con Pugliapromozione e il dipartimento Turismo e Cultura della Regione Puglia – è emersa – è scritto in una nota stampa – forte la necessità di avere cabina di regia ferrea e strategica gerarchizzata e politicamente trasversale. Uno strumento che abbia un orientamento chiaro nelle decisioni e che si basi sulla convergenza di attori rilevanti che abbiano la capacità di raccogliere progetti e collegarli tra loro e creare una governance con la società civica”.
“Certo, c’è da fare i conti con la mancanza di una visione chiara sul futuro del polo industriale e la complessità dei processi di disinquinamento e riqualificazione ambientale nonché con una strumentazione urbanistica non più al passo coi tempi che ha portato alla condizione di abbandono del centro storico mentre si è affievolito nella popolazione il senso di comunità. Minacce, se così si possono chiamare, che possono essere combattute con i tanti punti di forza che la realtà tarantina presenta. Come l’ampio sistema di risorse potenziali culturali e paesaggistiche, un sistema associativo locale molto articolato, eventi culturali di rilievo nazionale e internazionali (Festival del documentario ‘Marcellino de Baggis’, Festival del teatro contemporaneo Start-Up, Festa del Cinema, convegno di studi sulla Magna Grecia, solo per citarne alcuni), Università e Politecnico potenzialmente in grado di orientare e rafforzare il sistema di competenze locali”.
“Ma – continua la nota – serve una cabina di regia o, forse, un’agenzia di trasformazione urbana. Parlare di fattori identitari significa parlare di competenze di sviluppo. L’idea, quindi, è quello di un laboratorio dei laboratori dove più livelli della società si ritrovino e che ha bisogno di interferire con la ricerca. Questo per promuovere patrimonio e conoscenza ma, soprattutto, per lanciare un brand Taranto che allo stato delle cose ancora non esiste”.
“E’ arrivato il momento che ciascuno, adesso, faccia la sua parte. La Regione lo sta facendo e la legge speciale per Taranto e il piano strategico sono strumenti potenti che devono essere catalizzatori della soluzione delle problematicità”, ha detto il direttore del dipartimento Turismo e Cultura Regione Puglia, Aldo Patruno, nel commentare gli esiti del laboratorio partecipato. “La città – ha aggiunto – ha bisogno di ricucitura del suo tessuto, di una formazione di eccellenza che si relazioni con il mondo, di rigenerazione urbana”. E gli strumenti finanziari, insieme alle strutture di supporto, che la Regione Puglia è pronta a mettere a disposizione non sono indifferenti. Bisogna, però, presentare progetti.
“Su Taranto – ha poi concluso il consigliere regionale Liviano – si gioca una importante sfida. Percorsi nuovi, scenari differenti: questo il fine. Quella di oggi è stata una tappa importante del percorso che, tutti insieme, dobbiamo costruire con la consapevolezza di essere compagni di squadra, che di ciascuno nessuno può fare a meno”.
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