“La Regione Puglia spara cannonate per denunciare le emergenze sanitarie e le patologie derivanti dall’inquinamento nella provincia di Taranto e, dall’altra, spara a salve sulle conseguenti contromisure sanitarie, anzi, se possibile, peggiora la situazione della sanità ionica con un piano di riordino che di ordinato non ha nulla, ma che finora si è rivelato iniquo e dannoso”.
Aldo Pugliese, Segretario generale della UIL di Puglia, ricorda, “anche a costo di risultare pedante, che questa è la ovvia conseguenza dell’assenza di un assessore alla Sanità. Il presidente Emiliano ha dimostrato di non essere, anche fisicamente, in grado di svolgere un doppio ruolo così gravoso e di seguire un settore che rappresenta quasi l’85% del bilancio regionale. Sarebbe il caso che rivedesse il suo pensiero, prima che le conseguenze, per Taranto e per i tarantini, siano irreparabili”.
“Taranto – spiega il Segretario della UIL regionale – è la provincia più danneggiata dal piano di riordino voluto dall’attuale amministrazione regionale. L’emergenza-urgenza è diventata carta straccia, l’intero territorio provinciale è costretto a far leva su un unico pronto soccorso, inondato da utenti costretti a attese allucinanti e non degne di un Paese civile. Il tutto mentre, per la prima volta in Puglia, la Regione ha assegnato, in provincia di Bari, un pronto soccorso a un privato per un costo di circa 7 milioni di euro. Semplicemente vergognoso. E non ci si illuda che la panacea di tutti i mali possa essere l’ospedale San Cataldo, che nella migliore e più ottimistica delle ipotesi, sarà operativo fra otto anni: l’emergenza è adesso, non fra un decennio, ecco perché riteniamo che bisognerebbe evitare uno spreco clamoroso di risorse pubbliche, circa 200 milioni, che invece si potrebbero destinare, ad esempio, all’ampliamento dell’ospedale Nord. La gente di Taranto non può attendere, è stufa di attendere, è stanca delle promesse, dei ‘vedremo’ e dei ‘faremo’”.
“Numeri alla mano – prosegue Pugliese – la provincia di Taranto ha, con oltre 500mila abitanti, il più basso parametro rispetto a tutta la Puglia di posti letto/abitanti, ovvero 2.7 (compresa la sanità privata), che diventa l’1.7 considerando solo quella pubblica. Inoltre, il dato regionale di riferimento è 3.4 (comunque al di sotto di quello nazionale, 3.7), pertanto se in Puglia si applicasse un parametro unico, solo a Taranto mancherebbero 600 posti letto: un’enormità. Dal punto di vista della pianta organica, è peggio che andar di notte: dei 9000 addetti, tra medici e infermieri, che mancano all’appello in Puglia, 2000 servirebbero a coprire solo il fabbisogno della provincia di Taranto. Inoltre, non comprendiamo perché sempre Taranto rappresenti un’eccezione negativa, piuttosto che una priorità, nel processo di stabilizzazione dei precari della Sanità”.
“E’ giunto il momento di cambiare passo, ma davvero – conclude Pugliese – a partire dalla nomina di un assessore alla Sanità che affronti di petto, con competenza e impegno costante, l’emergenza sanitaria a Taranto. Non basta denunciare, bisogna agire e, soprattutto, bisogna agire conseguentemente alle denunce e alle dichiarazioni d’intenti. Il presidente della Regione Puglia dice l’ovvio: finora Taranto è stata colpevolmente trascurata. Il problema è che, dalla fredda lettura dei fatti e dei dati, non si intravedono miglioramenti all’orizzonte, al di là di qualche buona intenzione”.
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