Ilva, Millarte scrive al Tg3: “non minimizzare gli effetti di uno slopping”

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Una lettera alla redazione giornalistica del Tg3 per chiedere di “”non minimizzare gli illeciti dell’Ilva e di approfondire lo studio sulla produzione dell’acciaio” è stata scritta dal presidente del Wwf Taranto Fabio Millarte.

Di seguito il testo integrale.

“Gentile redazione, durante il Tg3 di oggi 13 Gennaio 2017 alle ore 07.44 il presentatore, durante l’intervista del giornalista Lino Patruno, ha provato a minimizzare le conseguenze dello slopping di ieri pomeriggio all’Ilva, in particolare Acc1. Il presentatore ha affermato che i filtri non hanno funzionato bene, e che questi fenomeni sono solo accidentali e che sono diminuiti rispetto i precedenti periodi di produzione. Al fine sottolineando comunque che, visti i precedenti, bisogna tenere alta l’attenzione sulle conseguenze”.
“La prima cosa che viene in mente, viste le errate affermazioni sopra dette, è che si poteva anche sentire telefonicamente un esperto oppure chiamare PeaceLink, per evitare di dire corbellerie, visto che i fenomeni di slopping accadono per imperizia e per fretta, soprattutto quando si vuole produrre di più. Questo evento accade nei convertitori quando vengono aggiunti rottami ferrosi e si procede all’insuflaggio di ossigeno. L’ossigeno reagisce con il carbonio e si produce ossido di carbonio. In questa fase si produce la scoria che produce il fenomeno dello slopping, ovvero la famosa fumata rossa. Ancora più grave se queste polveri di ossidazione, e non fumi, fossero immesse nell’aria senza essere convogliate, come è accaduto ieri. I fumi devono essere convogliate nei camini, e liberarle nell’ aria è severamente vietato dall’Aia (Art. 674 codice penale – Getto pericoloso di cose)”.
“In ultima analisi, invitiamo la direzione del Tg3 di informarsi dalle giuste fonti e non minimizzare gli illeciti dell’Ilva e di approfondire lo studio sulla produzione dell’acciaio per evitare di confondere fumi con tonnellate di polvere di ossidazione che hanno effetti devastanti sulla popolazione che le respira”.

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