Quanti pipistrelli vivono negli ambienti ipogei del Parco Naturale Regionale “Terra delle Gravine”, la più estesa area protetta della Puglia? Sarà il progetto “UPPark” a rispondere a questa domanda, nonché a monitorare lo “stato di salute” delle comunità di chirotteri residenti in questa ampia area che, con una superficie complessiva di 25.000 ettari, si estende sul territorio di tredici comuni della provincia di Taranto, da Ginosa fino a San Marzano, passando da Martina Franca, e su quello di Villa Castelli.
Il Progetto triennale “UPPark! Strategie di rete per il Parco Terra delle Gravine”, sostenuto da Fondazione con il Sud nell’ambito del Bando Ambiente 2015, prevede l’esecuzione di una serie di “azioni” per valorizzare il Parco Naturale Regionale “Terra delle Gravine”, rendendolo pienamente fruibile ai cittadini, nonché per la prevenzione e la riduzione dei rischi ambientali e la salvaguardia dell’integrità dei questo straordinario ecosistema, un autentico santuario della biodiversità.
Un’azione del Progetto “UPPark” è specificatamente “dedicata” al monitoraggio e alla salvaguardia delle numerose comunità di chirotteri, il nome scientifico dei pipistrelli che deriva dalle parole greche “mano” e “ala”, con riferimento alla particolare conformazione dell’arto superiore di questi mammiferi placentati.
Di queste attività “in campo” si sta occupando, come partner di “UPPark”, la Federazione Speleologica Pugliese (FSP); dovendo necessariamente affidare la loro realizzazione a personale in grado di operare in ambiente ipogeo, sia in cavità artificiale che grotta naturale, la FSP ha ritenuto utile coinvolgere nel progetto quattro gruppi speleologici del territorio: Gruppo Speleo Statte, Gruppo Grotte Grottaglie, Gruppo Speleologico Martinese e Gruppo Speleo Alto Salento.
Il personale dei team di speleologi, opportunamente formato, dalla scorsa primavera sta controllando i siti ipogei presenti all’interno dell’area del Parco; le attività prevedono, in base a un preciso calendario, la periodica raccolta “sul campo” di dati per il monitoraggio della variazione annuale, numerica e specifica, della chirotterofauna nelle grotte.
Durante il periodo di allattamento, involo e letargo dei chirotteri, in particolare, gli speleologi stanno operando in modo da non disturbare i pipistrelli, evitando le luci e, non provocando vibrazioni con rocce o quant’altro all’interno della cavità, i rumori troppo forti e diretti sugli animali. L’azione “UPPark”, inoltre, prevede l’organizzazione e la sistematizzazione dei dati raccolti, nonché la loro successiva divulgazione, anche mediante la creazione di un Gis (Sistema Informativo Geografico), e la loro implementazione nel Web Gis “Catasto delle Grotte e delle cavità artificiali” (http://www.catasto.fspuglia.it/).
Gli obbiettivi finali saranno quelli di approfondire le conoscenze sulla reale entità delle popolazioni di chirotteri troglofili residenti nel territorio del Parco “Terra delle Gravine”, raccogliendo indicazioni qualitative sulla chirotterofauna presente, quali il numero di specie e la presenza di specie d’interesse conservazionistico. Tali informazioni saranno utili per individuare eventuali criticità al fine di poter poi prevedere delle azioni specifiche di tutela e di reintegrazione delle popolazioni di chirotteri esistenti.
La referente per il progetto “UPPark” della Federazione Speleologica Pugliese, Mariangela Martellotta, ha spiegato che «si tratta di un progetto ambizioso nella varietà degli interventi e, per quanto riguarda la parte di competenza della FSP, con delle prospettive a lungo termine che non si esauriranno nel triennio programmato per il progetto in corso»
Così come previsto dai vari regolamenti nazionali e internazionali attualmente vigenti, tutte le specie di chirotteri sono oggetto di tutela: «a livello regionale – ha poi detto Mariangela Martellotta – la protezione della mammalofauna presente nelle grotte è stata ulteriormente rafforzata dal provvedimento legislativo n.33/2009 inerente la “Tutela e valorizzazione del patrimonio geologico e speleologico”, tra i cui principi fondanti, infatti, vi è la conservazione dei geositi e della biodiversità in essi espressa. I chirotteri quindi, soprattutto le specie troglofile, attualmente in contrazione numerica e a rischio di estinzione, sono tutelati dai numerosi provvedimenti legislativi a carattere regionale, nazionale, ma anche da direttive europee e da trattati internazionali».
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