Ilva, Emiliano: “Chiediamo la revisione dell’Aia e la decarbonizzazione nel decreto”

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“La Regione Puglia si accinge a chiedere la revisione dell’Aia, e intendiamo farlo prima che la procedura di acquisto dell’Ilva si completi. Chiediamo inoltre che nel decreto venga inserita la decarbonizzazione quale BAT (best available techniques) di settore, nel rispetto degli impegni assunti dall’Italia alla Conferenza sul Clima di Parigi”. Lo ha annunciato il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano oggi pomeriggio a Roma,nel corso dell’audizione V Commissione Bilancio, a Montecitorio, per “l’esame DL 243/2016 recante interventi per la coesione sociale e territoriale con riferimento a situazioni critiche in alcune aree del Mezzogiorno”, a Montecitorio.

Con il presidente, Barbara Valenzano direttore dipartimento Infrastrutture e Ambiente, e il capo di Gabinetto Claudio Stefanazzi. Emiliano ha concentrato la sua attenzione sul caso Ilva e ha ricordato, in apertura di intervento, che la Regione Puglia ha impugnato l’ultimo decreto Ilva dinanzi alla Corte Costituzionale. Inoltre ha ribadito che la Regione Puglia, grazie al lavoro dei suoi tecnici, ha realizzato una proposta di decarbonizzazione, che riguarda oltre l’acciaieria di Taranto anche la centrale Enel di Cerano, ovvero i due stabilimenti alimentati a carbone più grandi di Europa. Proprio l’utilizzo del carbone determina danni all’ambiente catastrofici collegati a dati epidemiologici fuori scala. Dati registrati dalle perizie agli atti del processo presso la Corte di Appello di Taranto per avvelenamento di sostanze alimentari e disastro ambientale, e contenuti anche negli studi più aggiornati.

“La proposta di decarbonizzazione  – ha dichiarato Emiliano – l’abbiamo presentata al Governo, nelle mani dell’allora Presidente del Consiglio, esattamente due anni fa. Ma non abbiamo mai ricevuto risposta. Eppure la nostra proposta ha suscitato l’attenzione dell’OMS, l’Organizzazione mondiale della sanità, e della comunità scientifica internazionale. Abbiamo scoperto che le imprese in grado di produrre acciaio con forni elettrici e impianti a preridotto e gas sono essenzialmente italiane e lavorano in tutto il mondo. La decarbonizzazione determinerebbe la minimizzazione delle emissioni nocive (“zero emission”) e il recupero della Co2 prodotta da questi impianti. Queste tecniche sono peraltro obbligatorie per lo Stato Italiano dalle direttive e regolamenti europei”.

“Siccome il decreto interviene anche per facilitare la vendita dell’Ilva – ha aggiunto Emiliano –  chiediamo di inserire nella prospettiva dell’ottimizzazione del processo industriale la decarbonizzazione in qualità di BAT, ossia migliore tecnica disponibile per raggiungere il livello più elevato di protezione dell’ambiente. Questo significa far sì che le aziende partecipanti alla procedura di acquisto inseriscano nella loro offerta definitiva la decarbonizzazione quale criterio qualificante. Siccome il Governo non considera la decarbonizzazione una BAT ci auguriamo che il Parlamento possa intervenire in tal senso recependo le indicazioni delle ultime BAT conclusion acciaio. Le BAT non sono una variante discrezionale né per voi né per il Governo, sono norme tecniche obbligatorie per le imprese”

“Anche perché – ha detto Emiliano rivolgendosi ai parlamentari – non potrete promulgare per sempre provvedimenti che riducano il diritto alla salute dei tarantini e dei pugliesi, come è stato fatto sino ad ora. Non lasciatevi ingannare dalle apparenze. La fabbrica oggi inquina di meno solo perché produce la metà rispetto a prima. I dati relativi alle malattie oncologiche e alla mortalità sono fuori scala. Per questo ci accingiamo anche ad avanzare la richiesta di revisione dell’Aia, e vogliamo farlo prima che la procedura di acquisto dell’Ilva si completi. Per rispetto alla Commissione e al Parlamento non abbiamo ancora depositato questa istanza e, in questa sede, la consegniamo in bozza.

Abbiamo un timore, relativo al faticoso lavoro che la magistratura ha fatto per recuperare le somme per la cosiddetta ambientalizzazione. Se non abbiamo la certezza che il piano ambientale e le intenzioni degli acquirenti siano finalizzate a garantire il diritto alla salute, c’è il concreto rischio che quel denaro recuperato dalla magistratura venga impiegato per la ristrutturazione di impianti che reiterano il reato già commesso. Questo non ve lo potete permettere dal punto di vista storico e politico. E di sicuro non lo permetterà la Regione Puglia. Faremo tutto ciò che è nella nostra legittima possibilità per impedire che ciò accada”.

“Come diceva il dott. Greco, procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Milano, l’utilizzo di una fonte energetica diversa dal carbone è un’ipotesi percorribile. Ricordo che era stata avanzata anche dal precedente commissario Bondi. Ho sentito una pressione enorme in questo anno e mezzo. Non vorrei che questa storia del carbone sia così importante per qualcuno non per ragioni scientifiche ma per ragioni di natura privata che inquinerebbero non solo l’ambiente ma anche la vita pubblica”.

Emiliano ha aggiunto che nel piano di decarbonizzazione è inserito un elemento di grande importanza: “sulle coste pugliesi sta per arrivare il gasdotto Tap che porterà 20miliardi di metri cubi di gas l’anno. Al di là delle questioni dell’approdo, rimane il fatto che dal punto di vista economico è assolutamente possibile fare un accordo col Consorzio Tap che ha grande desiderio di arrivare in Puglia con il consenso della popolazione. È possibile giungere ad un accordo coerente con il piano industriale affinché venga garantita la fornitura di gas allo stesso prezzo di mercato del carbon coke. Potrebbe cosi essere superata anche ogni eccezione economica alla nostra proposta. Anche alla luce degli elevati costi sanitari e ambientali attualmente sopportati dalla Regione Puglia. E comunque ribadisco che una produzione sebbene strategica non può essere letale per la salute pubblica”. “Su questo tema non ci sarà distrazione da parte dei tarantini e dei pugliesi”.

Ilva: Boccia (Pd), graduale decarbonizzazione non sia un tabu’

I commissari dell’Ilva “potrebbero portare avanti un graduale percorso di riduzione dell’inquinamento dentro le soglie consentite dalla legge, fino a valutare senza tabu’ nel tempo la graduale decarbonizzazione”. Cosi’ il presidente della commissione Bilancio della Camera, Francesco Boccia (Pd), alla vigilia dell’audizione dei tre commissari del gruppo sul Dl Sud. “Se il profitto diventa il timone con cui regoliamo le nostre politiche industriali – ha osservato – allora non possiamo nasconderci ex post dietro lacrime di coccodrillo. E’ proprio il caso del carbone, e’ evidente che il modello produttivo di questi ultimi vent’anni aveva costi minori, ma quelli sociali sono stati insostenibili. In Italia ci sono altre esperienze positive di aziende che, anche sfruttando nuove tecnologie, hanno riconvertito il ciclo produttivo riuscendo ad inquinare meno”. (Il Sole 24 Ore Radiocor Plus)

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