In 11 giorni 8 atti di violenza: le vittime “privilegiate” restano le donne
Sono trascorsi pochissimi giorni dall’inizio del 2017, ma sufficienti per lanciare, già, un grido di allarme, non solo a tutela delle donne, vittime privilegiate, ma a tutela della famiglia, a tutela della vita. Lo evidenzia in una nota il Soroptmist International Club di Taranto
Tre casi di violenza sulle donne a Cuneo, vittime un’operaia 30enne, una casalinga di 54 anni e un’insegnante di 46. Denunciati per reati che vanno dallo stalking ai maltrattamenti in famiglia, lesioni e minacce, un 40enne disoccupato che aveva iniziato a perseguitare la moglie dal giorno successivo alla separazione, un impiegato 61enne di Cuneo accusato di aver aggredito la moglie medicata al pronto soccorso e un disoccupato 32enne.
A Cesena, Gessica Notaro, Miss Romagna 2007 è stata sfregiata con l’acido. Ha ferite sulle gambe dove è colato l’acido, rischia di perdere la vista. A ridurla in questo stato il suo ex fidanzato, Jorge Edson Tavares, detto Eddy, originario di Capo Verde, 29 anni, arrestato, ha negato ogni responsabilità.
A Modena, pur se con motivazioni diverse, dovute ad una rapina a scopo estorsivo, una ragazza italiana di 27 anni è stato medicata al volto al pronto soccorso dopo essere stata sfregiata da un rapinatore. L’uomo, un ghanese 25enne, senza fissa dimora, è stato arrestato dai carabinieri con le accuse di rapina e lesioni. E ancora a Brugherio, questa volta una donna, in preda ad una furia violenta, avrebbe accoltellato l’uomo che la ospitava in casa propria, per poi gettarsi dalla finestra del primo piano.
E poi il duplice delitto a Ferrara, dove due genitori vengono uccisi, secondo quanto allo stato emerge, a causa del cattivo rendimento scolastico; un amico assoldato per mille euro. E poi ci sono tutti gli altri episodi non denunciati o comunque di cui non si ha immediata notizia e divulgazione e altri sottaciuti. Troppa violenza in così pochi giorni. Affinchè il 2017 non registri un’altra lunga scia di morti e di violenza, è necessaria la partecipazione di tutte e di tutti.
Dobbiamo guardare avanti. Ma dobbiamo anche essere consapevoli che la “Violenza” si può prevenire cambiando le norme attraverso l’educazione e le campagne di sensibilizzazione pubblica, coinvolgendo adolescenti e giovani come attori del cambiamento e promuovendo l’accrescimento di prerogative e ruoli guida di donne e ragazze, principali vittime di violenza.
E’ tuttavia necessario proteggere e fornire tutti quei servizi che sono essenziali per porre fine alla violenza contro le donne. Tutelare le nostre madri, le nostre sorelle, le nostre figlie, richiede capacità di comando, risorse adeguate, servizi e sostegno, leggi efficaci e azioni giudiziarie consone nei confronti degli autori di tali crimini per mettere fine alle loro azioni spesso impunite. Fondamentale è il forte impegno che, uomini, giovani e ragazzi, come partner, a eguale titolo, dovranno sostenere affinché abbiano “tolleranza zero” nei confronti della violenza contro le donne.
Solo attraverso una ferma denuncia collettiva della violenza e della violenza di genere in particolare da parte della società sarà possibile evitare l’isolamento che spesso vivono le donne che subiscono violenza e aiutarle prima che sia davvero troppo tardi. A nulla serviranno le aule di accoglienza per le donne vittime di violenza, “le stanze tutte per se” o il solerte e silente lavoro dei centri di accoglienza per le donne, se non cambia l’atteggiamento della società tutta. In primo luogo nelle stesse famiglie dove è dovere di ogni genitore insegnare ai propri figli il rispetto per la vita, per se stessi, ma anche “l’altro” e per “l’altra.