Tempo di feste: alleniamoci a fare regali e a sorridere
Esiste un disagio interiore, sottile, a volte appena avvertibile e a cui si dà quasi sempre poco peso o non lo si considera affatto perché si verifica solo poche volte l’anno, come ad esempio in occasione dei compleanni, degli anniversari o delle feste. Eppure è un disagio di cui è bene prendere piena consapevolezza e non sottovalutare mai perché è il sintomo banale di un qualcosa di più profondo e a volte anche antico che se non affrontato e risolto può continuare a crescere e a complicarsi. Come a dire: “ho un leggero mal di denti, ma mi viene solo di tanto in tanto, prendo un antidolorifico o semplicemente aspetto che passi”.
Tuttavia, quell’apparente banale mal di denti è solo l’avvisaglia passeggera di un qualcosa che non sta funzionando come dovrebbe. Magari c’è una carie, un’infezione o un qualunque altro problema. Ma di certo c’è una causa che va affrontata, perché altrimenti, se sottovalutata, nel tempo, si trasforma in una patologia più grave. Ebbene, il disagio psicologico di cui parlo può apparire solo come un fastidio di nessunissima importanza. Non ci si chiede nemmeno a causa di cosa si inneschi. Si spera e si aspetta semplicemente che passi in fretta quella determinata ricorrenza, così ci si libera del malessere.
Sto parlando del disagio che a volte si prova sia nel ricevere che nel donare regali. Per alcuni l’arrivo delle feste o di un compleanno – proprio o di altri – può trasformarsi in un vero incubo. L’idea di dover sorridere, dire grazie o di dover cercare qualcosa di carino da donare e tendere le mani per porgerlo, diventa talmente fastidioso che si finisce per addurre con se stessi le più assurde giustificazioni: “non ho tempo”, “sono troppo stanca”, “quello proprio non lo merita”, “io non so che farmene dei regali” e così via. Chi di voi ha provato, almeno una volta nella vita, questo tipo di disagio, piccolo o grande che sia stato, può comprendere bene di cosa si tratti.
Ma bisogna prendere consapevolezza che il disagio psicologico di ricevere e donare regali, a meno che non sia legato ad una persona specifica o ad un evento particolare, ha sempre a che fare con la nostra autostima, o meglio, con la nostra disistima, con il poco valore che aggiudichiamo a noi stessi. Lo scambio di doni, è semplicemente uno scambio di gioia, di entusiasmo, di sorrisi, soprattutto uno scambio di valori.
Se nel più profondo di noi stessi, anche senza esserne coscienti, crediamo di non valere e quindi di non meritare nulla, se siamo in un momento della nostra vita di demotivazione, di frustrazione e di autopunizione, sicuramente qualunque cosa ci venga donata, anche la più piccola e insignificante, difficilmente riusciremo a gradirla, perché inconsciamente non la sentiremo in sintonia con ciò che crediamo di meritare. E lo stesso vale se dobbiamo regalare qualcosa. Mettere a disposizione dell’altro una piccolissima parte di noi ci riesce difficile se ci sentiamo vuoti, scarsi, nulli.
In definitiva, simbolicamente, non abbiamo nulla da dare e non siamo meritevoli di ricevere niente, quindi, tutto viene vissuto come una forzatura, una finzione, un fastidioso rituale che non ci appartiene. Peccato, perché ci perdiamo gran parte della vita. Dovremmo sempre e rapidamente riconoscere questo sintomo di scarsa stima personale e lavorarci su, innanzitutto per non lasciare che le cose peggiorino nel tempo ma anche per riappropriarci di una parte positiva dell’esistenza che ci appartiene di diritto.
Alleniamoci a fare regali, pure banali, purché siano il piccolo simbolo della gioia che abbiamo dentro e se proprio questa dovesse mancare, ragione di più per farli ugualmente, alla fine riusciremo a sentirci ricchi, soddisfatti, consapevoli di aver fatto la cosa giusta e di aver migliorato comunque un pochino la nostra autostima.
E alleniamoci a sorridere, a ringraziare, qualunque cosa ci venga donata anche quella inutile. Prendiamo coscienza di quali pensieri ci stanno accompagnando mentre porgiamo le mani per ricevere. Se sono negativi e disfattisti, scacciamoli immediatamente, perché provengono dalla parte più buia di noi e non siamo noi. Impariamo ad apprezzare e ad accettare ogni più piccolo gesto di riconoscimento nei nostri confronti. Lasciamo circolare la gioia e l’apprezzamento. Sono le uniche cose che contano davvero nelle relazioni umane e ci fanno grandi rendendo grandi anche gli altri.
A cura di Elisa Albano
Psicologa – Scrittrice
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