Nella seduta del Consiglio comunale di Taranto convocato per il 22 dicembre, alle ore 12, verrà discussa anche la mozione presentata dalla consigliera Lina Ambrogi Melle per impegnare il Sindaco e la sua Giunta a far valere il principio di precauzione ed a soprassedere alla riattivazione dell’inceneritore AMIU, un impianto situato in una zona peraltro fortemente impattante dal punto di vista ambientale. Di seguito la nota stampa.
A Taranto c’è infatti già un’allarmante situazione sanitaria dovuta proprio alla presenza di diverse grandi industrie inquinanti che non può essere ulteriormente aggravata. La sola Ilva, ad esempio, produce il 92% della diossina a livello nazionale oltre ad altri pericolosissimi cancerogeni, come certificato dalle perizie chimiche ed epidemiologiche del Tribunale, dallo studio SENTIERI dell’Istituto Superiore di Sanità e dal Registro Tumori.
Le alte temperature prodotte dalla combustione degli inceneritori immettono nell’ambiente diossine, furani, metalli pesanti e polveri sottili fortemente cancerogeni, che aggraverebbero i danni sanitari a cui è già soggetta tutta la popolazione di Taranto. In particolare i nostri bambini sarebbero esposti ad ulteriori danni al sistema immunitario, riproduttivo, ormonale, respiratorio e cognitivo.
Gli inceneritori anche di ultima generazione non eliminano le discariche e non esistono filtri che possano trattenere le polveri ultrasottili sotto i 2,5 micron, che sono le più pericolose con il loro carico d’inquinanti perchè penetrano direttamente nei bronchi, nel sangue ed oltrepassano la barriera della placenta con gravi rischi per la salute umana ormai indiscutibilmente accertati sul piano scientifico.
Inoltre tutte le molecole tossiche prodotte dagli inceneritori si accumulano nel suolo, nelle falde acquifere e nelle acque reflue, penetrando nella catena alimentare aggravando una situazione ambientale a Taranto già gravemente compromessa.
Nel territorio jonico esistono anche altri inceneritori, in numero maggiore rispetto ad ogni altra provincia pugliese ed italiana e nel contempo Taranto è agli ultimi posti per la raccolta differenziata tra le province pugliesi con il suo misero 16% e quindi molto lontana dall’obiettivo primario di rifiuti zero nel 2020.
Poichè quindi non è possibile aumentare a Taranto neanche di un grammo il carico di inquinanti, si chiede al Sindaco ed alla Giunta di non riattivare l’inceneritore dell’AMIU, ma di attivarsi per incrementare la raccolta differenziata e promuovere il recupero della materia ed il riciclo dei rifiuti con cui si creano risorse lavorative, economiche , salutari e sociali sostenibili. Per quanto concerne la frazione organica dei rifiuti, oltre a promuovere varie forme di auto-compostaggio, il Sindaco e la Giunta vengono invitati a realizzare impianti di compostaggio aerobico tradizionale, progettati utilizzando le migliori tecnologie disponibili e dimensionati in base al reale fabbisogno.
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