Ci hanno insegnato che si vive e si muore. Poi la vita ce ne ha dato prova ma è sempre difficile da accettare. Quando chi vola via non si è limitato solo a vivere ma ha creato, inventato, donato, unito, lottato, ti incazzi due volte perché sai che un giorno in più della sua vita non sarebbe stato sprecato. Due giorni fa è morto Paulo Roberto Sposito De Oliveira. Stroncato da un tumore ai polmoni. Il suo nome in Italia non dice molto e neanche come amava farsi chiamare: “Magnolio”.
Un viaggio che fece tappa a Taranto, tra chi soffre per un inquinamento di diversa natura, industriale, ma sempre frutto di un capitalismo sfrenato che sradica alberi con la stessa facilità con cui pianta ciminiere. Era a Lecce il 31 marzo 2015 insieme al popolo degli ulivi, in quella grande manifestazione che segnò per molti l’inizio di un percorso di riscoperta delle proprie radici e un argine contro chi cementificherebbe anche il mare.
Nel video in alto potete rivivere il suo intervento: insegnò a tutti l’alfabeto, così come era solito insegnarlo ai bambini della foresta. Ad accompagnarlo fu Angelo Bonelli, ex portavoce dei Verdi e suo grande amico. In Brasile parlano di lui come del più grande educatore che il Sud America abbia conosciuto. Ora che ha smesso di girare con il suo circo di educatori e di giocolieri, è l’umanità ad essere un po’ più povera. Anche se i semi di Magnolio sono stati piantati bene e “Saude e Alegria” è una realtà avviata. Forse, questa volta, un fiore farà primavera.
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