Il bendessere non nasce come disciplina contemplativa ma si presenta come strumento operativo indirizzato a perseguire un ambizioso obiettivo: migliorare la condizione esistenziale delle persone. A sostenere questa tesi è Giada Caudullo, psicologa, che ha recentemente presentato il suo nuovo libro Bendessere e natura – La scienza per sentirsi bene, pubblicato da Marsilio Editore.
Caudullo, allieva di Vittorino Andreoli, celebre psichiatra e scrittore che ha dato fondamenti scientifici e metodologici ben definiti e riconoscibili a questa nuova disciplina, si è dedicata allo studio delle basi biologiche del comportamento umano, con particolare attenzione agli aspetti nutrizionali, alla medicina integrativa e alla connessioni tra funzioni cognitivo-cerebrali e comportamento alimentare.
La presentazione della nuova disciplina risente chiaramente di un approccio innanzitutto filosofico alle questioni delle salute e della qualità della vita. “Il nostro scopo – osserva infatti Giada Caudullo – non è occuparci della salute, ma delle esistenze che possono sempre essere migliorate”. E proprio per questa ragione l’obiettivo principale diventa quello di “aiutare ogni individuo a vivere meglio”.
Tre le dimensioni da prendere in considerazione: corpo, mente e relazioni sociali. “L’essere dipende gli altri: esistiamo in quanto abbiamo relazioni”. Qui è esplicito il riferimento alla fenomenologia, da Edmund Husserl a Martin Heidegger e agli alti pensatori che più specificatamente si sono poi occupati di aspetti psicologici e psichiatrici come Karl Jaspers, Ludwig Binswanger ed Eugène Minkowski. Il bendessere si fa quindi compagno di strada dell’esistenza con un supporto psicologico e di ricerca che mira a soddisfare bisogni e desideri che si manifestano nel corso del tempo.
La psicologa veneta – laureatasi all’università di Padova – offre infatti al lettore una accurata descrizione dei cambiamenti, biologici e sociali, che caratterizzano le varie età e che talvolta ci mettono a dura prova: dall’infanzia all’adolescenza, dall’età adulta fino a quella che viene definita età della saggezza, suddivisa a sua volta in tre momenti: l’età dello young old, che va dai sessantacinque ai settantacinque anni; la fase del medium old, dai settantasei agli ottantacinque anni; quella dell’old old, dagli ottantasei anni in poi.
L’approccio analitico proposto dall’autrice consente così di apprezzare lo sforzo di seguire passo dopo passo l’evoluzione dell’individuo alle prese con le insoddisfazioni quotidiane legate a stress, relazioni sociali poco gratificanti, incapacità di portare a compimento i percorsi di autorealizzazione personale. Sotto questo profilo, il bendessere si fa carico di questo stato di cose proponendo una visione dell’esistenza che promuove la valorizzazione della persona considerata nella sua totalità. La missione del bendessere è aiutare le persone, naturalmente dotate di intelligenza, desideri e sentimenti, a saper vivere. Una risposta efficace, certamente ambiziosa, alla crescente domanda di serenità e di gioia. Parola di Giada Caudullo.
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