Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, ha partecipato quest’oggi al convegno organizzato a Roma, presso la sala convegni del CNR, dall’Istituto Superiore di Sanità e dal Ministero della Salute su “Studi di biomonitoraggio e tossicità degli inquinanti presenti nel territorio di Taranto”. Nel corso del convegno sono stati presentati i risultati del Progetto Studi di biomonitoraggio e tossicità degli inquinanti presenti nel territorio di Taranto.
“In collaborazione con la Asl di Taranto – ha detto Emiliano – si è dimostrato che i metalli pesanti inducono un ritardo dello sviluppo mentale dei bambini di Taranto e questo è un fatto gravissimo. E’ una notizia di una gravità senza precedenti. Ovviamente lo studio registra, anche in corrispondenza con quanto accertato dai magistrati e dalla Regione Puglia in collaborazione con la Regione Lazio, che quando la fabbrica abbassa i livelli di produzione, come è stato nel 2015 e nel 2016, i dati sull’inquinamento sono ovviamente inesistenti o molto bassi. Si tratta dunque di uno studio molto importante e molto interessante che conferma tutta la nostra preoccupazione su quello che sta succedendo in città. Ribadiamo la nostra richiesta che la sanità tarantina venga particolarmente sostenuta con un intervento speciale di natura economica, ma anche normativa, che ci consenta di fronteggiare con maggiori disponibilità di forze una mitragliatrice che spara sulla folla. Ecco, questo è stata l’Ilva in questi anni”.
“Siamo particolarmente indignati da quanto è accaduto – ha continuato Emiliano – perché i 50 milioni destinati al rafforzamento della sanità tarantina si sarebbero potuti ripristinare nel corso dell’esame al Senato, così come affermato da Renzi e De Vincenti, se non fosse stata messa la fiducia poche ore fa e quindi quell’emendamento che avevano promesso non è più possibile”. Emiliano poi ha inteso ribadire che “quando l’Ilva abbassa la produzione l’inquinamento scende moltissimo e questo dimostra che quando invece funziona, è pericolosissima”.
“In questo momento – ha aggiunto il Presidente – a Taranto funziona un solo altoforno su 5 e non funziona invece il più grande altoforno, l’AFO 5, che invece ovviamente è quello che rende competitiva la fabbrica e che però è quello che potrebbe continuare ad ammazzare la gente ove tornasse a funzionare”.
“L’unico modo per consentire a una fabbrica così di funzionare è a patto di decarbonizzarla di farla cioè funzionare con l’utilizzo di forni elettrici e a gas – ha ribadito Emiliano – un’operazione che la rende un po’ più costosa ma noi contiamo di poter ottenere, dal consorzio TAP che porterà 20 miliardi di metri cubi di gas in Puglia, un prezzo del gas che ci consenta di far funzionare l’Ilva senza chiuderla. Se però non ci fosse questa volontà di decarbonizzare l’Ilva da parte degli investitori che vogliono comprarla, è chiaro che non ci sarà alternativa e la stessa magistratura andrà in questo senso, cioè chiudere la fabbrica”.
Ai giornalisti che gli fanne notare che in contemporanea si sta svolgendo la direzione nazionale del Partito Democratico ha risposto: “Per me – ha concluso Emiliano – è più importante la Puglia della Direzione del partito. La mia priorità è Taranto e la mia regione”.
Il convegno si colloca nell’ambito della revisione dell’Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) per l’lLVA del 2012, il Ministero della Salute impose come condizione il monitoraggio sanitario nell’intera area di Taranto per verificare l’efficacia delle prescrizioni indicate. Questo si è concretizzato nel progetto finanziato in ambito CCM (il Programma che studia il rischio per la salute di tutti i nuovi inquinanti), cui hanno partecipato l’Asl di Taranto, ARPA Puglia ed ARESS Puglia, in collaborazione con la Regione Emilia Romagna e la Provincia Autonoma di Trento.
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