Ambiente Svenduto: Ilva e Riva Forni Elettrici presentano istanza di patteggiamento -La protesta al Tribunale di Taranto

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img_9827TARANTO Ambiente Svenduto è un processo ancora bloccato, avvitato su un rinvio dietro l’altro, che adesso rischia di perdere le tre società imputate per disastro ambientale e dunque gli eventuali risarcimenti alle vittime dell’inquinamento. Ilva, Riva Fire e Riva Forni Elettrici potrebbero infatti uscire dal procedimento patteggiando la pena. Tutto ciò avviene nel silenzio della città che sa di indifferenza. Tranne dei pochi che per la prima volta in aula e all’esterno hanno urlato la loro rabbia. “Giustizia per Taranto e i suoi morti, rispetto per i nostri figli”. Poi è comparso qualche cartello. “Giustizia e risarcimenti negati”, “No patteggiamento ai padroni assassini” e un ironico “Quando comincia il processo?”.

L’udienza di questa mattina si è aperta con le richieste di patteggiamento depositate dai legali di Ilva e Riva Forni Elettrici. Riva Fire, che nel frattempo ha cambiato denominazione in Partecipazioni industriali spa, è in amministrazione straordinaria, guidata dagli stessi commissari Ilva nominati dal ministero dello Sviluppo economico Piero Gnudi, Alfredo Laghi e Corrado Carrubba.
La holding del Gruppo Riva ha cambiato anche difensori, per questo la corte d’Assise di Taranto, presieduta dal giudice Michele Petrangelo, ha rinviato nuovamente il processo al 17 gennaio 2017. I legali dell’ex società Riva Fire avranno così il tempo di preparare la richiesta di patteggiamento e trovare l’accordo con la Procura di Taranto. Per Ilva l’intesa tra le parti prevede 8 mesi di commissariamento giudiziale invece dell’interdizione dall’attività, 241 milioni di euro di confisca e 2 milioni di euro di sanzione. Per Riva Forni Elettrici la sanzione è di 2 milioni di euro.

La scorsa settimana la famiglia Riva ha invece raggiunto un accordo con i tre commissari per il trasferimento all’Ilva – e non alla città, è bene ricordarlo – di un miliardo e 300 milioni di euro bloccati (fino a febbraio) in Svizzera. Soldi che servirebbero esclusivamente a tenere in piedi gli impianti (sempre sotto sequestro con facoltà d’uso) per continuare la produzione.

Il procuratore di Taranto Carlo Maria Capristo ha parlato oggi in aula di “ambientalizzazione di Taranto”, definizione che però sfugge ai più. Cosa significa? E perché questa necessità di accelerare e chiudere la partita del patteggiamento?

Nicola Sammali

 

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