Ilva: stop del governo per problemi di copertura, ma Taranto deve ribellarsi
TARANTO – Siamo ormai al cospetto della peggior politica, quella ricattatoria, scambista, cinica. Se Renzi voleva rappresentare il nuovo, doveva cambiare consulente d’immagine e anche consiglieri. Siamo alla politica senza vergogna, alla politica senza più etica. Se il governatore della Campania De Luca esortava i suoi sindaci a fare campagna per il SI al referendum del 4 dicembre per difendere i futuri investimenti del governo su quei territori, la stessa cosa non si è fatta evidentemente in Puglia.
E meno male, diciamo! Non ci saremmo certo convinti ad appoggiare la bislacca riforma costituzionale in cambio di investimenti sulla sanità. Tanto, ne siano certi i cinici politici di Roma, i fondi promessi e non inseriti nel decreto fiscale in discussione in queste ore in parlamento arriveranno comunque a Taranto. Sono soldi dovuti a questa città ferita e umiliata e non saranno certamente sufficienti a rimediare alle mancanze di una sanità inadeguata alle emergenze di un territorio che mostra eccessi di patologie e mortalità.
Vorremmo ora assistere ad una immediata presa di posizione dei vari esponenti locali del PD e dello stesso Governatore Michele Emiliano nei confronti di questa scelta del governo. Vorremmo inoltre assistere, per protesta, alle dimissioni del sindaco Stefàno (dimissioni vere e non parte della solita sceneggiata).
Ma siccome dubitiamo che la voce dei politici tarantini abbia la forza di giungere fino a Roma e che, nell’improbabile caso che questo si verifichi, non venga accolta con una sonora risata, pensiamo che la protesta debba allora giungere dalla società civile, dalle associazioni dei malati, dai medici, dalla ASL, dai tanti cittadini costretti ai viaggi della speranza, da chi sempre più spesso è costretto a pagare di tasca propria esami medici e visite specialistiche.
Indipendentemente dalle appartenenze politiche, un unico grido di protesta deve giungere a Roma dai tarantini. Auspichiamo che ciò avvenga perché maggiori stanziamenti alla sanità ionica sono una necessità reale, un bisogno primario non ulteriormente rimandabile. Cominci Taranto a dare un segnale forte di protesta il prossimo 4 dicembre votando NO ad una riforma costituzionale voluta da un governo che continua a non affrontare in modo adeguato le emergenze che ci toccano.
N.B. In serata, si è appreso che lo stop del governo alla proposta avanzata dalla commissione Bilancio, con la firma del presidente Francesco Boccia e di tutti i capigruppo in commissione, di destinare 50 milioni per l’emergenza sanitaria di Taranto attraverso un emendamento alle tabelle della legge di Bilancio, è stata fermata per un problema sulle coperture, perché le risorse sarebbero state sottratte a quelle per la stabilizzazione dei medici.
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