Vertenza Human Power a Taranto: dalle istituzioni silenzio assordante
«Lo sviluppo della vertenza con il call center Human Power/Planet Group sta mettendo alla luce quanto dietro i proclami e gli impegni non ci sia assolutamente nulla di concreto. La vicenda di questa azienda è sconcertante: ma il silenzio delle istituzioni, nonostante le numerose sollecitazioni ricevute, e soprattutto la connivenza della commessa Mediaset è assordante». Lo denunciano Andrea Lumino e Giovanni D’Arcangelo, rispettivamente segretario generale della SLC CGIL TARANTO e segretario generale della FILCAMS CGIL TARANTO.
«È evidente che non si vuole intervenire e che gli interessi economici di committenti sfrontati e “prenditori” del settore sono più importanti della vita di centinaia di giovani e del rispetto delle regole, tipico della società civile – si legge in una nota stampa – ricordiamo infatti che l’azienda tarantina è stata rilevata e successivamente chiusa con l’unico intento di togliere le commesse a Taranto provocando licenziamenti e drammi familiari, favorendo in Calabria chi utilizzava lavoratori a progetto sull’inbound su quella stessa commessa (Mediaset) e che, smascherato, ha cominciato ad utilizzare tutte le forme previste dalla legge per rientrare nei ranghi legislativi sempre a basso costo (contratti di 1 mese, assunzioni al secondo livello contrattuale).
Nonostante i plurimi tentativi che come FILCAMS e SLC CGIL abbiamo fatto, prima la Human Power/Planet Group e poi il committente Mediaset si sono dapprima rifiutati di rispondere alle convocazioni della Prefettura (probabilmente sarebbe stato complicato difendere quelle posizioni davanti alle istituzioni) e poi ci hanno fatto pervenire proposte di accordi che dimezzavano i monte ore contrattuali ed i livelli contrattuali dei lavoratori precedentemente licenziati, purché accettassero di revocare le cause in tribunale (chissà perché!): una condanna alla fame di lavoratori tarantini che si aggiungono al triste stato occupazionale dell’area jonica. Come FILCAMS e SLC non sottostaremo al ricatto ed ancora chiediamo alle istituzioni di intervenire: Mediaset ed istituzioni decidano se essere causa».