Ad ottobre 2016, in Puglia, le ore autorizzate dall’Inps per le tre forme di cassa integrazione determinano un preoccupante rialzo del 30.3% sul precedente dato di settembre. In termini assoluti, con una media di 10.985 lavoratori coinvolti a tempo pieno nella nostra regione, le ore di cassa integrazione nel mese di ottobre 2016 per interventi ordinari, straordinari e in deroga sono state complessivamente quasi 1.9 milioni a fronte di circa 1.4 milioni di ore del precedente mese di settembre 2016 e 1.8 milioni di ottobre 2015.
Nel dettaglio, in Puglia, la cassa integrazione ordinaria (cigo) registra ad ottobre 2016 un’impennata di 152.4 punti percentuali su settembre 2016 e una flessione del 59.3% rispetto ai dodici mesi precedenti. Relativamente alla cassa straordinaria (cigs), dopo il pesante incremento congiunturale di settembre 2016 (+340%), si segna un rialzo dell’8.5% su settembre 2016 e, addirittura, del 102.6% rispetto ad un anno fa.
“A pesare è la tendenza della cassa integrazione straordinaria – commenta Aldo Pugliese, Segretario Generale Uil Puglia e Bari-BAT – in quanto interviene nelle crisi aziendali più gravi. Purtroppo ne deriva che sempre più aziende rischiano di cessare l’attività produttiva”.
Passando alla cassa in deroga (cigd), malgrado la limitazione a 3 mesi del periodo fruibile nel 2016, crescono del 33.1% le autorizzazioni su settembre 2016. Inoltre, rispetto ai dodici mesi precedenti, la cigd sale del 52.1%.
“La cassa integrazione si attesta ancora a livelli pericolosi e, comunque, piuttosto distanti dai livelli pre-crisi (al di sotto di 1 milione di ore autorizzate mensilmente). Inoltre, è piuttosto pesante la media dei lavoratori coinvolti in Puglia nel corso del 2016: 14.930 cassintegrati a zero ore. Pertanto, sono urgenti politiche economiche che rilancino i consumi interni ed investimenti e dunque azioni concrete a supporto del sistema produttivo nazionale e regionale, a partire dall’apertura dei cantieri, piccoli e grandi, spesso ancora bloccati da pastoie burocratiche, e dalle infrastrutture, la cui inefficienza, in Puglia e nel Mezzogiorno in generale, sta contribuendo ad aumentare la forbice con i mercati settentrionali ed europei, penalizzando oltremodo settori strategici per la nostra regione come l’industria, il commercio e il turismo”.
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