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Plastic Sea Sweeper: un progetto contro inquinamento marino

RIMINI – Raccogliere la plastica alla foce dei fiumi prima che finisca nel mare, trasformandosi in un pericoloso inquinante difficile da recuperare e potenzialmente dannoso anche per la salute umana. E’ questo l’obiettivo del progetto “Plastic Sea Sweeper” presentato a Ecomondo da Castalia, il Consorzio che opera da 30 anni in Italia e all’estero nel campo delle attività marittime legate alla salvaguardia del mare, per conto del Ministero dell’Ambiente, di Enti e Privati.

Gli studi più recenti dimostrano che oltre l’80% della plastica che arriva in mare è trasportato dai fiumi e deriva da attività terrestri. Eppure una possibile soluzione per arginare in modo consistente questo fenomeno esiste: Castalia l’ha realizzata utilizzando la esperienza pluriennale nella raccolta e la sta testando da anni, il progetto Sea Sweeper, letteralmente “spazzino del mare”, un sistema di reti fisse e di imbarcazioni a pescaggio ridotto, “Sea Hunter”, per il contenimento e raccolta della plastica galleggiante e semiaffondata che arriva dai fiumi. Il sistema di barriere galleggianti Sea Sweeper non interferisce con la vita del fiume e non arreca danno alla flora e fauna. Questa speciale rete di raccolta è progettata per restare posizionata da un argine all’altro del fiume anche per lungo tempo e per rimanere operativa durante periodi di piogge ordinarie. Uno strumento che riduce l’input di macroplastiche trasportate dai fiumi al mare, senza essere invasivo. Il sistema permette infatti lo scorrimento libero delle acque senza alterarne la portata e la velocità, così come il passaggio di animali acquatici e dei detriti fluviali naturali, che afferiscono al mare alimentando le coste. Per la raccolta dei rifiuti di plastica accumulati nella rete e per il riposizionamento di quest’ultima, il progetto Seesweeper prevede l’utilizzo di imbarcazioni in PVC Sea Hunter, unità ecocompatibili, componibili in più moduli e specifiche per acque basse, che provvedono alla raccolta differenziata meccanizzata o manuale dei rifiuti accumulati per il successivo conferimento.

Nel Mediterraneo ogni giorno finiscono 731 tonnellate di rifiuti di plastica e l’Italia è al terzo posto come inquinatrice, dopo Turchia e Spagna. Secondo l’Unep, l’Agenzia ambientale delle Nazioni Unite, è stimabile che la quantità di plastica dispersa nel Mare Nostrum raddoppierà entro il 2025. Si tratta di un’emergenza ambientale di grande entità per l’elevato tempo di degradazione della plastica, perché i rifiuti di plastica in mare sono causa di mortalità di numerose specie animali, perché entra anche nella catena alimentare umanaa causa del bioaccumulo di sostanze nocive prodotte dalla sua degradazione, perché genera danni agli habitat e agli ecosistemi marini.

Il 4 e 5 luglio scorsi, Castalia ha eseguito un test pilota alla foce del fiume Sarno (Napoli). Una rete è stata posizionata in acqua e in sole 12 ore e ha raccolto 55 kg di materiali plastici galleggianti: ciò dimostra che il fiume Sarno, anche in assenza di pioggia e in una situazione di lento deflusso delle acque, trasporta e scarica in mare tra i 4 e i 5 kg di rifiuti di plastica all’ora.

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