Scenari in mutamento. Secondo il recente rapporto sul Mezzogiorno dell’OBI -l’Osservatorio Banche Imprese- il futuro prossimo riserva al capoluogo jonico una crescita annua del valore aggiunto del 2% (sino al 2020), superiore addirittura al già significativo 5,44% dell’intera provincia. Come dire che secondo gli analisti dell’OBI, questa volta, per il prossimo quadriennio, la palma della crescita nella classifica regionale toccherebbe proprio a Taranto.
La ragione andrebbe ricercata nel consistente flusso di investimenti previsti nel capoluogo collegati al CIS, il contratto di Sviluppo per Taranto, il Patto per Taranto che prevede investimenti per le bonifiche, per la riqualificazione urbanistica e il recupero del centro storico (Isola) e per la valorizzazione di contenitori culturali e per il rilancio del porto.
Cambiamenti importanti che – se ben gestiti, cioè fatti nei tempi e nei modi giusti – potranno realmente ridisegnare il volto della città, determinare la ripartenza del capoluogo tarantino ed imprimere un’ accelerata all’intera economia provinciale.
Il porto sarà uno dei principali volani di questo nuovo sviluppo economico. Dalla ricerca di vettori internazionali adeguati per il rilancio del Molo polisettoriale, al futuro porto turistico: l’Authority portuale avrà un ruolo primario nel processo di rilancio dell’economia tarantina.
Il bando di gara per l’affidamento dei lavori di rettifica, allargamento e adeguamento del Molo San Cataldo e della Calata 1, rappresenta il primo significativo passo verso il cambiamento. L’intervento collegato alla realizzazione della Stazione marittima -con il Centro servizi polivalente- consentirà inoltre di riqualificare il water front cittadino sino al Castello Aragonese. Le aspettative sono ovviamente alte.
E poi saranno altrettanto importanti i cantieri di Città Vecchia, che a prescindere dai progetti del CIS potrebbero avere un primo veloce avvio con la messa in sicurezza degli immobili pericolanti ed il ripristino di luce, acqua, fogna; opere per le quali ci sarebbero i primi venti milioni di euro già disponibili.
E poi la ripresa dei lavori a Palazzo degli Uffici, a patto però che si risolva il nodo del Rup (ma a proposito, il CIS non doveva servire a dare a Taranto corsie burocratiche privilegiate?), e la soluzione del bando di gara dell’ex cinema teatro Fusco, e via di seguito. Insomma tra progetti e prospettive, il tempo delle promesse sembra si stia passo dopo passo, anche se lentamente, traducendo in interventi concreti. Una conversione che potremo però dire reale solo con l’avvio dei primi cantieri.
CONFCOMMERCIO TARANTO
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