Rapporto Ecosistema Scuola: Taranto non pervenuta

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Nella stessa giornata in cui il sindaco di Taranto, Ippazio Stefano, firma l’ordinanza di chiusura dell’asilo nido del Vasto per far fronte ad interventi di manutenzione straordinaria (leggi qui) per i solai a rischio, possiamo consultare i dati di Ecosistema Scuola 2016, l’indagine di Legambiente sullo stato di salute dei 222 edifici scolastici pugliesi frequentati da oltre 53mila studenti presenti nei 3 comuni Capoluogo di provincia. E Taranto – guarda caso – risulta non pervenuta.

In Puglia, Lecce si piazza al 42° posto, prima tra i capoluoghi pugliesi, Bari al 60° e Foggia all’82° in coda alla classifica, mentre escluse sono Bat, Brindisi e Taranto perché non inviano i dati. La Puglia appare una regione con edifici scolastici di più recente costruzione rispetto alle media nazionale, visto che il 55,3% di essi risulta costruito dopo il 1974, anno di entrata in vigore della normativa antisismica, contro il 34,9% del dato medio nazionale. Tuttavia, nessun edificio risulta edificato secondo i criteri della bioedilizia e solo il 2,3% è costruito con criteri antisismici.

Tra i nuovi indicatori inseriti quest’anno, vi sono anche i dati sulle indagini diagnostiche, gli interventi ai solai delle scuole, la classe energetica degli edifici scolastici e la presenza di reti cablate, per restituire così un quadro ancor più completo. Su 222 edifici scolastici pugliesi monitorati il 24,3% necessita di interventi di manutenzione urgenti. Solo l’1,2% delle scuole ha effettuato indagini diagnostiche dei solai e sono pari al 4,2% gli edifici su cui si è intervenuto in questo senso. Il 29,7% dispone di reti wi-fi, mentre solo l’0,2% di rete completamente cablata.

Nonostante il 38,7% abbia goduto di manutenzione straordinaria negli ultimi 5 anni, le amministrazioni pugliesi hanno impiegato pochi fondi per le scuole: basti considerare che sono stati destinati solo €17.485 in media per singolo edificio per la manutenzione straordinaria (a fronte di €38.932 della media nazionale) mentre €6.979 per quella ordinaria (a fronte di €9.335 della media nazionale).

Giunta alla XVII edizione, l’indagine nasce con l’obiettivo di restituire una fotografia di quanto le amministrazioni comunali, che hanno competenza sulle scuole dell’infanzia, primarie e secondarie di primo grado investono su politiche che intrecciano la sicurezza e la sostenibilità degli edifici con la diffusione di buone pratiche.

«Il tema della messa in sicurezza degli edifici – dichiara Francesco Tarantini, presidente di Legambiente Puglia – è la massima priorità e la necessità di capire i problemi e i rischi appare in tutta la sua urgenza. Le scuole sono ancora poco sicure, visto che il patrimonio scolastico è stato costruito solo per il 2,3% secondo criteri antisismici, e neanche un edificio secondo i criteri della bioedilizia, a cui si aggiunge che il 24,3% delle scuole necessita ancora di interventi urgenti. Meglio, invece, sul fronte dei servizi nelle scuole pugliesi, dove le amministrazioni hanno investito in progetti educativi e buone pratiche soprattutto relativamente alla mobilità sostenibile. Si deve lavorare ancora molto per somministrare pasti interamente biologici usando il mater bi, oggi presente solo a Lecce, e per far decollare la raccolta differenziata soprattutto per l’alluminio, l’organico e toner nelle scuole. Positivo invece il dato sull’utilizzo di energia da fonti rinnovabili. Serve dunque investire su politiche che intreccino la sostenibilità e la sicurezza degli edifici con la diffusione delle buone pratiche. Le nostre scuole possono e devono diventare un cantiere di innovazione diffusa, per uscire da una situazione di paura e insicurezza, di sprechi in bolletta, per restituire alle città e agli studenti spazi sicuri e adatti a una moderna didattica».

Le certificazioni nelle scuole dei capoluoghi pugliesi sono insufficienti, quasi tutte sotto la media nazionale: solo il 35,6% degli edifici ha quella di collaudo statico, il 21,6% quella di idoneità statica e il 18% di agibilità, mentre superiori alla media risultano i dati relativi alla certificazione igienico-sanitaria (94%) e di prevenzione incendi (67%). Gli edifici con impianti elettrici a norma sono pari al 69,8% mentre è buono il dato sugli edifici con i requisiti di accessibilità pari all’87,4%.

Positive le performances sul fronte dei servizi. Le amministrazioni pugliesi investono in progetti educativi e buone pratiche soprattutto in tema di mobilità. Il 69,4% degli edifici dispone di aree di sosta per le auto, l’86,9% ha attraversamenti pedonali, il 20,3% dispone di nonni vigili. Per quanto riguarda le mense scolastiche, l’86,6% di esse serve pasti biologici e tutte privilegiano prodotti a km0. Il 100% delle mense usa stoviglie monouso, ma solo a Lecce si usa il mater bi.

Negativi i dati della raccolta differenziata, tutti sotto la media nazionale, che non decolla nelle scuole pugliesi, soprattutto per quanto riguarda alluminio(10,4%), organico (10,4%) e toner (0%), mentre sono pari al 67,1% gli edifici dove si differenzia plastica, vetro e carta, pari al 56,8% relativamente alle pile.

Sul fronte dell’efficienza energetica la Puglia risulta essere la prima regione per utilizzo di fonti rinnovabili nelle scuole: il 66,7% degli edifici ha impianti, soprattutto di fotovoltaico (95,3%). In Puglia il 33,8% dei consumi energetici delle scuole è coperto da fonti di energia alternativa.

Rispetto ai monitoraggi ambientali vi sono situazioni di rischio ambientale indoor per le scuole pugliesi cui i comuni provvedono effettuando monitoraggi sulla presenza di amianto nel 66,7% di essi, cui seguono lo 0,5% di casi certificati e il 3,6% degli edifici in cui si sono svolte azioni di bonifica. Il 33,3% dei comuni ha effettuato monitoraggi sulla presenza di radon nelle scuole cui sono seguiti uno 0,9% di casi certificati e uno 0,9% di edifici in cui si sono svolte azioni di bonifica.

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