TARANTO – Quali sono gli effetti dei metalli pesanti sulla salute dei bambini di Taranto? Alcune risposte dovrebbero arrivare dai risultati del progetto denominato “Biomonitoraggio dei soggetti in età evolutiva per la valutazione dell’esposizione a metalli con proprietà neurotossiche (arsenico, cadmio, manganese, mercurio, piombo) inserito nel Programma Ministeriale CCM 2013, coordinato dall’Istituto Superiore di Sanità. L’obiettivo era quello di studiare l’eventuale associazione con le caratteristiche neuro-comportamentali e cognitive dei soggetti arruolati.
Il progetto ha previsto la collaborazione con il Dipartimento di Specialità Medico-Chirurgiche, Scienze Radiologiche e Sanità Pubblica, diretto dal prof. Roberto Lucchinidell’Università degli Studi di Brescia. Un nome non nuovo per il lettori di InchiostroVerde.
Lo scorso 24 ottobre lo avevamo intervistato insieme al responsabile del Dipartimento di Prevenzione della Asl di Taranto, Michele Conversano, per chiarire il senso di un seminario tenuto all’Università di Brescia il 25 ottobre. Da un articolo del giornale Brescia Oggi si evinceva che in quell’occasione sarebbero stati presentati i risulati dello studio già effettuato sui bambini residenti nell’area industriale di Taranto. Notizia che aveva creato non pochi malumori. Perché li presentano lì e non qui? Era la domanda ricorrente tra i nostri lettori.
Lucchini e Conversano, da noi contattati, avevano buttato acqua sul fuoco spiegando che la relazione conclusiva dello studio, a cura dell’Istituto Superiore di Sanità, deve essere prima valutata dal Ministero della Salute. In seguito, ci sarà la presentazione dei risultati che secondo gli auspici della Asl ionica dovrà avvenire a Taranto (leggi qui). Ma a decidere luogo e data sarà il Ministero. Poche ore dopo, il comitato “Cittadini e Lavoratori Liberi e Pensanti” era intervenuto sulla vicenda sollecitando un intervento del presidente della Regione Michele Emiliano affiché si proceda quanto prima alla divulgazione di dati che rischiano di finire in qualche cassetto del Ministero per troppo tempo (leggi qui).
A Brescia, secondo le precisazioni di Lucchini e Conversano, è stata invece presentata la prosecuzione degli studi sui metalli pesanti. «Con la nuova fase – hanno spiegato – i due studi effettuati a Brescia e Taranto verranno allineati: Brescia condurrà lo studio su altri 300 ragazzi e Taranto su altri 600 bambini, per un totale di 900 soggetti interessati per ognuna delle due città (fascia di età: 6-14 anni). Alla fine avremo un allargamento della significatività statistica dello studio». Ed avevano aggiunto che tale prosecuzione avverrà grazie ad un bando dell’Università di Brescia.
Con il nostro collaboratore Giuseppe Aralla, abbiamo approfondito la notizia, anche per colmare un deficit di comunicazione da parte degli enti preposti in merito ad attività che riguardano direttamente la salute dei tarantini e dei loro bambini. Abbiamo trovato e visionato la delibera del direttore generale della Asl di Taranto, pubblicata sull’albo pretorio dell’ente il 29 settembre 2016, che dà il via libera all’Accordo di Cofinanziamento e Collaborazione con l’Università degli Studi di Brescia per la realizzazione del progetto “Impatto sulla salute da esposizione ad inquinanti ambientali nelle aree di Brescia e Taranto: aumentare le conoscenze per affinare interventi di rilevanza locale e globale”.
Il progetto può partire grazie ad un bando emanato dall’Università degli studi di Brescia per la realizzazione del Piano Strategico Health&Wealth 2015, in collaborazione con altri enti pubblici e privati, con finalità di interesse pubblico, sviluppo e ricerca. Per la partecipazione al bando come partner cofinanziatore, la Asl di Taranto ha chiesto il parere alla responsabile attuativa del Centro Salute e Ambiente. La dott.ssa Lucia Bisceglia ha dato l’ok ritenendo tale partecipazione integralmente coerente con la programmazione del Centro.
L’Accordo di Collaborazione e Cofinanziamento tra l’Università degli Studi di Brescia e la Asl di Taranto prevede che attraverso il Dipartimento di Prevenzione si contribuisca a livello tecnico-scientifico e finanziario alle attività di ricerca. L’inizio della ricerca è fissato per l’1 novembre 2016; il termine per il 31 ottobre 2019, con possibilità di proroga senza alcuna integrazione del finanziamento. Il confinanziamento del progetto da parte della Asl di Taranto consiste in 150.000 euro (importo che dovrà essere corrisposto in tre tranche fino a novembre 2018).
Nella delibera del direttore generale della Asl si spiega che tale somma trova copertura economica nel Fondo “Terra dei Fuochi Dipartimento di Prevenzione Sviluppo Neurocognitivo dei Bambini”. Dall’accordo sottoscritto dalle parti si apprende, inoltre, che il programma verrà eseguito presso le rispettive sedi dei Dipartimenti coinvolti nel progetto, nei laboratori e nelle strutture indicate nel progetto di ricerca.
DESCRIZIONE DEL PROGETTO
Il progetto punta ad ottimizzare i dati raccolti negli studi precedenti ampliando le casistiche ed omogeneizzandole in un un’unica coorte con elevata potenza statistica (1.800 soggetti di età 6-14 anni); coordinare un approccio di comunità e condivisione dei risultati scientifici con i portatori di interesse sociali ed istituzionali; porre le basi per ulteriori progettualità a vari livelli, dal locale all’internazionale.
L’esposizione ai metalli verrà valutata integrando tecnologie innovative di lettura dei dati satellitari, reti istituzionali di monitoraggio, misurazioni su varie matrici ambientali in abitazioni e scuole (particolato aero-disperso, polveri depositate, suolo, acqua), assunzione alimentare, biomarcatori epigenetici e di esposizione quali sangue, urine, capelli, saliva, unghie, denti decidui. Quest’ultima tecnica ad alta innovazione dovrebbe consentire di acquisire informazioni sull’assorbimento di inquinanti a partire dalla vita prenatale.
Inoltre, verrà valutato l’impatto dell’esposizione sul neuro-sviluppo nelle componenti cognitive, motorie e comportamentali anche al fine di identificare eventuali valori limite di esposizione protettivi per queste funzioni. Lo studio del trasporto degli inquinanti dai punti di emissione attraverso il terreno fino alla falda acquifera e attraverso l’atmosfera fino a scuole ed abitazioni consententirà – si legge nell’Accordo tra gli enti – di ottimizzare gli interventi di prevenzione che saranno proposti e discussi con le comunità interessate.
PRIMO ANNO (1 NOVEMBRE 2016-31 OTTOBRE 2017)
Il reclutamento e la valutazione dei soggetti proseguiranno in accordo ai protocolli già autorizzati dai Comitati Etici e utilizzati per la coorte già esistente. I partecipanti saranno valutati con la frequenza di n. 15/settimana negli otto mesi scolastici con prove neuropsicologiche, raccolta di biomarcatori e rilevazioni ambientali presso abitazioni e scuole.
Saranno svolte analisi climatiche e idrologiche (stazioni meteorologiche di Arpa e del DICATAM). Verrà effettuata la raccolta dei dati piezometrici e stratigrafici delle falde. Saranno svolte misure di campo e raccolta dei campioni di suolo. Al termine del primo anno verranno effettuate analisi preliminari dei dati con la verifica del bilanciamento per età, sesso, residenza. I risultati neuropsicologici individuali verranno consegnati alle famiglie e discussi direttamente in caso di risultati anomali.
Durante il primo anno sono previsti incontri con i portatori di interesse per condividere gli aggiornamenti sull’andamento della ricerca e meeting periodici in video-conferenza. Per il primo anno si punta a valutare 450 soggetti proporzionalmente distribuiti tra Brescia e Taranto.
SECONDO ANNO (1 NOVEMBRE 2017 – 31 OTTOBRE 2018)
Il reclutamento e le analisi dei soggetti partecipanti proseguiranno come nel primo anno. Verranno effettuate le analisi di campioni e suolo e delle misure raccolte in campo, realizzate le necessarie mappe piezometriche con una prima fase della modellazione di trasporto degli inquinanti nel suolo e nell’interfaccia tra suolo e atmosfera. L’obiettivo è di valutare altri 450 soggetti tra Brescia e Taranto.
TERZO ANNO (1 NOVEMBRE 2018-31 OTTOBRE 2019)
Verranno effettuate le analisi statistiche e si procederà con una seconda fase di modellazione del trasporto degli inquinanti con validazione dei modelli ed eventuale raccolta ed analisi di misure di verifica. Questi gli obiettivi finali del progetto: preparazione di manoscritti per la pubblicazione in riviste scientifiche di elevato impatto; discussione e presentazione dei dati alla collettività e ai portatori di interesse delle due sedi. Il responsabile scientifico dovrà presentare una relazione con il dettaglio finanziario e tecnico scientifico degli obiettivi come previsto dal bando.
Fin qui le informazioni raccolte su uno studio che si svilupperà nei prossimi tre anni e che dovrà fornire nuove informazioni sugli effetti sanitari dei metalli pesanti. Viene da chiederci: non sarebbe stato meglio illustrare i dettagli di questa iniziativa anche a Taranto (e non solo a Brescia)? Altra domanda che ci poniamo da settimane: quando conosceremo gli esiti del primo studio condotto su 300 bimbi tarantini? Il tempo passa e il silenzio inquieta.
Alessandra Congedo
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