Processo Ilva, l’ombra del trasferimento a Potenza

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TARANTO – È in corso in queste ore la nuova udienza del processo “Ambiente Svenduto” sul presunto disastro ambientale provocato dall’Ilva dei Riva.

Potrebbe essere il giorno della decisione sull’eventuale spostamento del maxi processo a Potenza, anche se si sta facendo strada l’ipotesi di un ennesimo rinvio.

Davanti alla Corte d’Assise presieduta dal giudice Petrangelo, l’avvocato di Nicola Riva, Pasquale Annichiarico, riprendendo la questione dell’ex esperto della sezione agraria del Tribunale di Taranto, Alberto Cassetta, oggi parte civile nel procedimento, ha sollevato nuovamente la necessità di spostare il processo a Potenza.

Secondo una norma del codice di procedura penale infatti, se un magistrato dello stesso distretto è parte offesa nel processo, questo va spostato in altra sede. A dare forza alla tesi della difesa è il processo per il rogo di Lido Silvana che fu spostato a Potenza perché tra le parti lese figurava un magistrato in servizio a Taranto all’epoca dei fatti.

Un precedente che potrebbe riservare sorprese per il proseguio di questo processo nella città che ha subito e subisce i danni dei veleni della produzione dell’acciaio.

Il Presidente della Corte d’Assise di Taranto, Michele Petrangelo, ha disposto il rinvio del procedimento al 6 dicembre.


 

 

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