Ilva, Perrini (Cor) boccia la decarbonizzazione: “Emiliano non dice quanti lavoratori andranno a casa”
«Stando a quanto leggiamo l’Ilva è in continua perdita di commesse e quindi anche di capitali. E al di là dei soldi che la gestione commissariale sta gestendo e mettendo in campo, è chiaro a tutti che il pacchetto economico non è né sufficiente né eterno. Quindi che fare di questo stabilimento?». E’ il quesito posto dal consigliere regionale Renato Perrini durante la conferenza stampa tenuta questa mattina nella sede del coordinamento provinciale Conservatori e Riformisti.
Questa la sua risposta: «Resto convinto che lo stabilimento può essere ammodernato, possono essere applicate le migliori tecnologie e quindi bonificato con un progetto serio, che di certo non è quello che ci sta proponendo il Governo Renzi, che sta solo rinviando con i suoi decreti il più possibile il problema Ilva, in attesa che ci sia la cordata giusta per l’acquisizione».
In merito al progetto sulla Decarbonizzazione dell’Ilva sponsorizzato dal presidente della Regione Michele Emiliano, Perrini fornisce questa lettura: «Con la decarbonizzazione si tagliano alcuni posti di lavoro, circa 3000 unità andranno a casa, ma Emiliano questo non lo dice. Emiliano invece ci dice che con la decarbonizzazione si risolve il problema dell’area a caldo, ma l’inquinamento dei decenni precedenti resta. Trovo questo progetto incompleto. Decarbonizzare è una cosa, ambientalizzare è un’altra. Al momento con tutti questi studi, con tutte queste proposte, con tutti questi decreti ad hoc, riesco solo a vedere la chiusura futura dello stabilimento e una crisi che si abbatterà sulla città in maniera inesorabile».
Un ultimo appunto sulla continua polemica Emiliano-Renzi: «Se è vero che il presidente di Puglia si sente oramai isolato nel suo partito, non ascoltato e non accolto dal Premier, e se è vero che sulla questione Ilva lui e Renzi sono di parere totalmente diverso – ha aggiunto Perrini – mi domando perché Emiliano non esca dal Pd».
Il consigliere regionale ha voluto anche evidenziare il riconoscimento ottenuto dall’equipe della struttura di ematologia del Moscati. Il Programma Trapianto di Cellule Staminali Emopoietiche dell’ospedale, infatti, ha ottenuto una prestigiosa certificazione a livello europeo. «Io so da sempre quante eccellenze lavorano al Moscati, professionalità che portano in alto la struttura ospedaliera – ha sottolineato – oggi è l’Ematologia sotto i riflettori ma stesso ragionamento lo si può fare per i medici dell’Oncologia. Ho incontrato il personale in più occasioni. Il loro lavoro è encomiabile. Per questo voglio dire loro Grazie». Martedì, a margine dei lavori del consiglio regionale oltre l’interrogazione per ampliare gli spazi del reparto di Oncologia dell’ospedale di Castellaneta, Perrini ha presentato una nuova interrogazione per sollecitare i lavori di ampliamento della sala di attesa e della sala per la chemioterapia del Moscati.
«E’ l’ennesima interrogazione per questo ospedale perché credo che sia importante trovare il modo di andare incontro ai malati oncologici – ha aggiunto – nella mia visita di maggio mi fu garantito che i lavori sarebbero stati predisposti e così è stato. Ora chiedo che l’iter sia reso tutto più celere. Faccio questa nuova interrogazione perché se da un lato viene annunciata, nell’ambito di una rivisitazione del Piano di Riordino Ospedaliero, la nascita del Polo onco-ematologico del Moscati con tutte le branchie afferenti, di cui siamo tutti contenti, dall’altro è giusto evidenziare che per farlo dobbiamo attendere l’impegno del Governo per la deroga al DM 70 relativa alla nuova pianta organica dell’ASL tarantina. Un deroga necessaria affinchè in ogni struttura del tarantino ci sia un aumento di posti letto. In attesa che questo Piano di Riordino risponda appieno alle necessità epidemiologiche ben acclarate ormai della città di Taranto, vorrei che al più presto quantomeno migliorasse la vivibilità all’interno del reparto di Oncologia del Moscati».