Call center: a Taranto lavoro “in nero” in un garage

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«La soddisfazione per l’incontro avuto con l’assessore regionale Sebastiano Leo per gli impegni assunti sulla situazione dei call center in Puglia è durata poco a causa dell’ennesima storia squallida che arriva da un call center di Taranto con lavoratori in nero costretti a operare in un vero e proprio garage». È l’ultima denuncia di Andrea Lumino, segretario generale della Slc Cgil che nelle scorse ore ha scoperto l’ennesimo caso di sfruttamento ai danni di giovani in un call center.

«Ancora più inquietante – ha aggiunto Lumino – è che i titolari del call center, pur vantando una commessa con Telecom Italia retribuiva i lavoratori con 2,50 euro per ogni ora. Ma non è tutto perché basterebbe osservare l’ingresso del luogo di lavoro per comprendere la realtà nella quale queste persone erano costrette a operare fino a sei ore al giorno: una saracinesca sulla pubblica strada. Alla luce di questa ennesima storia di nuova schiavitù sentiamo come Slc Cgil il bisogno di rilanciare la necessità che gli impegni assunti dalla Regione Puglia possano portare a soluzioni efficaci nel più breve tempo possibile».

Nei giorni scorsi, infatti, l’assessore Leo incontrando Lumino e Mario Rocco Rossini, Coordinatore Tlc Slc Cgil Puglia, ha preso coscienza delle principali e più spinose questioni provinciali:

«TELEPERFORMANCE: Le dichiarazioni aziendali della scorsa settimana, col messaggio che un’eventuale bocciatura dei progetti aziendali sulla formazione finanziata avrebbe compromesso la tenuta sul territorio jonico dell’azienda, ha creato allarme su un territorio che, già di per sé, vive un clima esasperato di tensione sociale. Come SLC CGIL, non possiamo assolutamente accettare che il tema della formazione sia affrontato con l’arma del ricatto occupazionale o che la stessa possa servire come ammortizzatore sociale. Siamo consapevoli dell’importanza dello strumento e della rilevanza in aziende come TP, che sono labour intensive. Per questo riteniamo che la formazione possa, e debba, essere concessa solo in cambio di un impegno formale aziendale a rimanere sul territorio, garantendo gli attuali assetti occupazionali. Abbiamo potuto apprezzare la condivisione di questa impostazione da parte dell’Assessore al Lavoro che ha preannunciato l’intento, a stretto giro, di incontrare l’azienda e quindi convocare un incontro tra Regione, Organizzazioni Sindacali ed azienda.

CALL CENTER OUTBOUND – ACCORDO ASSOCALL: Abbiamo richiesto l’apertura di un tavolo specifico sui call center da sottoscala, che fanno dumping sulla pelle dei collaboratori a progetto. In Puglia, peraltro, ha origine l’immondo accordo Assocall-Ugl Terziario (che, tra l’altro, ha causato lo slittamento dell’aumento salariale previsto dall’accordo del 2013 sui LAP) che produce effetti al ribasso rispetto all’accordo Cgil, Cisl, Uil – Confindustria. Anche su questo tema, l’Assessore Leo ha manifestato la disponibilità della Regione ad affrontare la questione».

Alla luce di quest’ultima pessima storia scoperta Lumino ha annunciato che «restando accanto a questi lavoratori che hanno il diritto di vedere riconosciuto quanto previsto dalla legge, non solo non si abbasserà la guardia, ma la lotta allo sfruttamento sarà rilanciato con maggiore vigore per debellare questi fenomeni che nulla hanno a che fare con un Paese civile».

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