Il “collarino” ai cavallucci marini del Mar Piccolo: è davvero necessario?
Pochi giorni fa, è apparsa su un quotidiano locale una notizia che desta non poche perplessità. Il commissario straordinario alle bonifiche di Taranto, la dott.ssa Vera Corbelli ha dichiarato che a ogni cavalluccio del Mar Piccolo sarà apposto un “collarino”!
Con “collarino”, la dott.ssa Corbelli intende una piccola targhetta con numero identificativo tenuta stretta intorno al collo del cavalluccio marino marcato. Questa metodica di marcatura è stata già sperimentata nel Mar Piccolo su alcuni esemplari. Il cavalluccio ritratto nella fotografia e trovato per puro caso durante un’immersione effettuata nel primo seno del Mar Piccolo nell’estate del 2013, è stato sottoposto a questo tipo di marcatura.
Appare evidente come questo “collarino” sia molto invasivo nei confronti del piccolo e delicato pesce, costretto a rimanere per tutta la vita con questa sorta di cappio al collo. Tra l’altro il “collarino” potrebbe diventare sempre più stretto durante la crescita dell’animale e potrebbe impigliarsi imprigionando il cavalluccio e provocandone la morte. Ancor più importante è ricordare che metodiche del genere non vanno applicate così alla leggera su specie protette dalla legislazione vigente sulla salvaguardia della natura.
In particolare entrambe le specie di cavalluccio del Mar Piccolo (Hippocampus guttulatus e Hippocampus hippocampus) sono tutelate dalla Convenzione di Barcellona e inserite nell’Annesso II (Lista delle specie minacciate e a rischio di estinzione) del protocollo SPA/BIO concernente le aree specialmente protette e la diversità biologica nel Mediterraneo. Ma per quale motivo è necessario marcare in questo modo così invasivo i cavallucci marini del Mar Piccolo? Perché arrecare un disturbo così grande a questi pesciolini che abbiamo ancora la fortuna di avere nel nostro mare?
Rossella Baldacconi, PhD in Scienze Ambientali