Taranto oltre l’Ilva: si riparte dalla canapa industriale per creare una nuova economia
TARANTO – Primi sostanziali passi verso un’ipotesi di riconversione economica del territorio ionico. Dopo decenni di industrializzazione selvaggia, che ha arrecato inestimabili danni a livello ambientale e sanitario, si intravedono i germogli di una nuova mentalità industriale, sociale e culturale.
L’idea presentata oggi nella sede di Confcommercio è ambiziosa ed allo stesso tempo realistica: puntare sulla canapa per creare una vera e propria filiera agro-industriale. L’ipotesi, nei giorni scorsi, ha assunto la forma di una proposta di legge regionale depositata da Gianni Liviano e firmata anche dai colleghi di Emiliano sindaco di Puglia, Sabino Zinni, Mario Pendinelli e Mauro Vizzino.
«Si tratta di un percorso nuovo per la nostra città, dobbiamo crederci tutti», ha evidenziato l’imprenditore Massimo Di Giuseppe, delegato alle Pmi di Confcommercio, auspicando lo sviluppo di una imprenditoria “frizzante” che veda i giovani tarantini protagonisti di un cambio di passo epocale. «Dalla canapa si possono ottenere 25.000 prodotti – ha spiegato – si va dall’alimentare alla bioedilizia, dai tessuti alla bioplastica, dal settore energetico a quello farmaceutico. Per noi può rappresentare un segnale di diversificazione, un atto concreto, che va oltre il bivio Ilva sì, Ilva no».
Dello stesso avviso il presidente di Confcommercio Leonardo Giangrande: «Il compito della nostra associazione è quello di rappresentare le istanze del territorio e di supportare progetti capaci di qualificarlo – ha detto – con questo percorso possiamo dare una risposta alla domanda: cosa ne facciamo dei terreni contaminati dall’Ilva e dal polo industriale? Abbiamo già l’esempio di Vincenzo Fornaro (presente in sala, ndr), che ha saputo riconvertire un’area contaminata dalla diossina investendo nella coltivazione della canapa (che ha un’azione disinquinante, ndr). Siamo di fronte ad una grande opportunità di riqualificazione».
In sintonia col percorso intrapreso è anche Alfonso Cavallo, presidente di Coldiretti: «La nostra agricoltura è riuscita a mantenere alto il suo nome pur nelle difficoltà dovute alla pubblicità negativa per via dell’Ilva e dei problemi ambientali ad essa legati – ha fatto notare – è necessario ridare vitalità e speranza di futuro a chi lavora in questa provincia».
La proposta di legge sulla coltivazione e l’impiego della canapa industriale costituisce secondo il consigliere regionale Gianni Liviano “una delle tessere di un puzzle più ampio che potrebbe trovare il suo compimento nella legge speciale per Taranto” su cui sta lavorando. «Nella proposta di legge – ha aggiunto il consigliere regionale – abbiamo introdotto le novità del Marchio di qualità, da concedere ai produttori di canapa sativa, e la creazione di apposite cinture verdi tra le aree intorno ai poli industriali fortemente inquinate, sperimentando l’utilizzo della canapa industriale ai fini di bonifica e rivalorizzazione dei terreni agricoli».
E’ stato proprio Liviano a raccogliere le sollecitazioni giunte da Massimo Di Giuseppe e Marcello Colao , ingegnere ambientale dell’ABAP (Associazione Biologi Ambientalisti Pugliesi), sostenitori di un’iniziativa coraggiosa che punta su tre pilastri fondamentali: solidarietà sociale, efficienza economica e responsabilità ecologica. Musica per le nostre orecchie e per chi ha sempre creduto nell’urgenza di pianificare progetti e percorsi- e ce ne vogliono tanti – alternativi alla grande industria inquinante. Seppur in notevole ritardo, forse, siamo ancora in tempo.