Ilva, topi al refettorio e disagi per i lavoratori
TARANTO – Il refettorio del reparto Ome Mua dell’Ilva è stato chiuso a causa della presenza di escrementi di topi che sarebbero stati rinvenuti anche negli armadietti. Qui i roditori avrebbero attinto dai cibi conservati dagli operai.
Da domani i lavoratori – turnisti abituati a consumare i pasti freddi forniti dalla mensa o quelli portati da casa in questo refettorio situato vicino agli impianti – saranno costretti a raggiungere la mensa centrale (ex Pla), con tutti i disagi che ne conseguono, a causa dei tempi stretti che hanno per consumare i pasti. A partire da stasera i turnisti saranno trasferiti nella mezz’ora di pausa nel refettorio del reparto RiL.
La segnalazione arriva dalla fabbrica dove ieri è apparso un comunicato della Uilm in cui si chiede un incontro urgente all’azienda, nella persona del responsabile delle relazioni industriali Cosimo Liurgo, al fine di sollecitare attività di adeguamento, disinfestazione, sanificazione e derattizzazione dell’area.
«In Ilva i topi stanno aumentano a dismisura – conferma Piero Vernile, da sedici anni delegato Rsu Uilm, area Acciaieria del raparto GRF – quello di ieri non è il primo caso. Ci sono anche altri reparti interessati dal problema come il GRF (Gestione Rottami Ferrosi). Purtroppo è una piaga difficile da estirpare perché i topi tendono a moltiplicarsi comportando anche dei rischi per la salute dei lavoratori».
Un altro problema riguarda l’orario previsto per il consumo dei pasti in mensa per i lavoratori cosiddetti normalisti: soltanto un’ora (dalle 11.15 alle 12.15). Se si considerano i tempi per raggiungere la mensa dal proprio reparto e quelli necessari per fare la fila e guadagnare il posto al tavolo, restano solo 15-20 minuti per consumare il pasto.
«Tutto ciò comporta un forte stress psico-fisico per i lavoratori – spiega il delegato Rsu – non si ha il tempo per mangiare in maniera serena e neanche quello per socializzare con i colleghi». Oggi, in merito a questa problematica, è stato messo a punto un comunicato sindacale rivolto ai Commissari straordinari dell’Ilva, al direttore dello stabilimento, al responsabile delle relazioni industriali, e al responsabile medico, nella speranza che finalmente venga concesso ai dipendenti il tempo necessario per mangiare senza pressioni.