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Ilva, Pedicini (M5S): “Basta annunci. Va chiusa subito”

 

“Gli scioccanti risultati dell’ultimo studio che confermano il grave inquinamento, le malattie e le morti provocati dall’Ilva di Taranto impongono interventi immediati e netti del governo nazionale, dell’Unione europea, della Regione Puglia e del sindaco di Taranto. E’ necessario che tutti gli organi istituzionali coinvolti si assumano le proprie responsabilità e attuino atti e provvedimenti concreti senza continuare a tergiversare sulla pelle dei cittadini. Nelle prossime ore presenteremo un’altra interrogazione urgente alla Commissione europea per chiedere che si occupi nuovamente dell’allarmante emergenza e intervenga subito sulle autorità italiane”.

Lo ha detto in una nota Piernicola Pedicini, europarlamentare del M5S e membro della Commissione ambiente del Parlamento europeo, dopo aver esaminato le conclusioni dello “Studio sugli effetti delle esposizioni ambientali ed occupazionali sulla mortalità della popolazione residente a Taranto”, reso noto dalla Regione Puglia.

“Le conclusioni dello studio sono drammatiche e inquietanti – ha sottolineato Pedicini -, provocano rabbia e dovrebbero far vergognare tutti coloro che hanno avuto o hanno ancora responsabilità pubbliche: istituzioni politiche, magistratura, sindacati. Essi sono tutti complici di una carneficina autorizzata che va avanti da decenni e non ci fa stare meglio ribadire che il M5S lo denuncia da anni insieme alle associazioni e ai comitati civici di Taranto.

E’ importantissimo – ha aggiunto Pedicini – che proprio ieri il sindaco di Taranto Ezio Stefano ha dichiarato che è pronto ad emettere un’ordinanza di chiusura dello stabilimento. E’ anche positivo che la Regione Puglia ha impugnato davanti la Corte Costituzionale la legge 151 del 2016 che ha convertito l’ultimo decreto per la prosecuzione dell’attività industriale dell’Ilva. Però, non vorremmo che dopo questi annunci, intervenga Renzi e blocchi tutto pur di continuare a favorire l’Ilva.

Questo teatrino non è più accettabile. Il governatore Emiliano e il sindaco di Taranto usino fino in fondo i poteri che hanno e chiudano subito lo stabilimento. Non è più possibile assistere alla vergognosa schizofrenia che Renzi non ascolta Emiliano, eppure sono entrambi del Pd. Emiliano non parla con il sindaco e il sindaco non parla con Renzi.

Il governatore Emiliano, poi, eviti di continuare a proporre l’assurda idea di decarbonizzare l’Ilva, introducendo il gas al posto del carbone nel ciclo di produzione, per abbattere le emissioni. Sa bene che questo non risolverebbe nulla. Il mostro va bloccato completamente e a Taranto occorre programmare un futuro senza acciaio con un piano di riconversione che veda gli operai impegnati per la bonifica dell’area dove sviluppare progetti innovativi ecocompatibili collegati alle potenzialità ambientali del territorio.

Ritornando allo studio diffuso lunedì scorso va detto che la situazione è ancora più drammatica di quello che immaginavamo e di quello che già lo studio Sentieri aveva certificato nel 2011: l’Ilva ha provocato e provoca malattie e morti nei quartieri più vicini all’impianto e colpisce soprattutto i bambini. Nei quartieri Tamburi, Paolo VI e Borgo, i tre a ridosso della fabbrica, si muore più spesso e prima che altrove. Tra il 2008 e il 2014 emerge un collegamento chiaro tra l’inquinamento e la mortalità in questi rioni, soprattutto per cause respiratorie. Non solo: ci sono stati più ricoveri, con effetti gravi nei bambini fino ai 14 anni. In pratica più il siderurgico tarantino produce, più inquina, più aumentano determinate malattie e cause di morte, tra le quali i tumori.

Lo studio è stato realizzato dal Centro salute e ambiente della Regione Puglia, in collaborazione con il Servizio sanitario della Regione Lazio, della Asl di Taranto, di Arpa Puglia e di Ares Puglia. Il campione studiato è costituito da circa 320mila persone residenti nei comuni di Taranto, Massafra e Statte.

Da molto tempo – ha concluso Pedicini – il M5s denuncia il dramma che si consuma a Taranto a causa dell’Ilva, lo ha fatto in tutti i modi e con tutti i mezzi possibili. Con il forte impegno della collega europarlamentare Rosa D’Amato, con numerose interrogazioni, con le manifestazioni di protesta, con mille denunce e prese di posizione a Roma e Bruxelles con le missioni del Parlamento europeo, tra cui l’ultima della commissione ambiente e sanità di luglio scorso, nella quale, però, figuravano forze politiche tutt’altro che attente alle esigenze dei cittadini.

I governi nazionali hanno ignorato sempre tutto e i governatori pugliesi e i vari sindaci di Taranto sono stati o collusi o hanno fatto pianti di coccodrillo. Com’è noto c’è anche un importante processo in corso per disastro ambientale dell’Ilva di Taranto che vede 47 imputati in Corte d’Assise. Nonostante tutto questo, il mostro d’acciaio continua indisturbato a funzionare e a generare morti e malattie”.

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