Ilva, Civati e Matarrelli interrogano un governo “fin troppo indulgente”

0

Ormai i malati di cancro e altre patologie legate all’inquinamento industriale a Taranto non si contano più, soprattutto tra i bambini. Inutile ricordare la quantità di studi scientifici che hanno provato senza alcun dubbio il legame tra elevata mortalità e malattie nei rioni attigui alle acciaierie e inquinamento.

L’ultimo dossier è stato sottoposto due settimane fa all’attenzione di Renzi: anche il Governatore della regione Puglia Emiliano ha sottolineato come dai dati del dossier emerga che “sono necessari con immediatezza interventi dal parte del Governo sulla attività della fabbrica per evitare che questi dati sulla eccessiva mortalità siano confermati nel futuro” e ha dichiarato l’urgenza di iniziative che solo il Governo può intraprendere, dal momento che il rapporto è stato trasmesso più di una settimana fa al Presidente del Consiglio, dando istruzione ai commissari per la regolazione della attività dell’impianto. Parliamo di un aumento del 4% del rischio di mortalità, in particolare del 5% per tumore polmonare, oltre che del 10% per infarto del miocardio.

L’anidride solforosa, invece, provoca un aumento del 9% della mortalità, con eccessi più marcati per tumore polmonare (+17%) e infarto (+29%). E nel periodo compreso tra il 2006 e il 2011, entrambi gli inquinanti sono stati responsabili,  di aumento del rischio di tumore del polmone tra i residenti: alle polveri è imputabile un +29%, mentre all’anidride solforosa sarebbe riconducibile un incremento del 42 per cento.

Per questo abbiamo presentato una nuova interrogazione al Governo che continua ad avere un atteggiamento fin troppo indulgente nei confronti di quanto succede a Taranto. Vogliamo capire finalmente quali iniziative urgenti i Ministri interrogati intendano adottare per regolamentare l’attività dell’impianto, visto il rischio evidente per la salute degli abitanti dei quartieri  in prossimità dell’impianto”: lo dichiarano in una nota i deputati di Possibile Pippo Civati e Toni Matarrelli.

Lascia un commento