Referendum, atteso a Taranto il ministro dell’Ambiente Galletti

TARANTO – E’ attesa per sabato prossimo una visita in riva allo Jonio del ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti. La notizia ci è stata confermata dallo stesso ministero precisando che si tratta della partecipazione ad “un’iniziativa legata al referendum sulle riforme” (Centristi per il Sì). Galletti parteciperà ad un incontro organizzato all’hotel Mercure Delfino, sabato mattina, alle ore 10.30, insieme al leader del partito Pier Ferdinando Casini.

La presenza a Taranto del ministro potrà servire anche a fare il punto dopo la divulgazione dei risultati dello studio epidemiologico sullo stato di salute delle persone residenti nei comuni di Taranto, Massafra e Statte, presentato lunedì scorso dal presidente della Regione Puglia Michele Emiliano.

Commentando tali dati, che dimostrano un collegamento tra le condizioni di salute dei tarantini e l’attività dell’Ilva (leggi qui), Galletti aveva dichiarato: “Oggi la situazione a Taranto è diversa: se cosi non fosse sarei io il primo a dire che non ci sono le condizioni per tenere aperto lo stabilimento”. Andrebbe spiegato, però, che se la situazione è cambiata non è certo per merito dei provvedimenti governativi, ma solo perché i livelli produttivi dello stabilimento si sono ridotti.

Basta leggere uno stralcio del rapporto conclusivo dello studio curato dal prof. Francesco Forastiere per comprendere il concetto: La produttività dell’ILVA ha avuto delle variazioni nel periodo 2008-2014 con un declino a seguito della crisi economica (2009), un successivo aumento negli anni 2010-2012, e un declino nel 2013-2014. All’andamento produttivo, e quindi alle variazione delle emissioni, ha corrisposto un effetto sui livelli di inquinamento in prossimità dell’impianto e nei quartieri limitrofi. L’andamento della mortalità ha seguito in modo speculare l’andamento della produttività e l’inquinamento nei quartieri Tamburi e Borgo. Si è assistito a variazioni positive nei tassi di mortalità fino al 2012, a seguito di incrementi del PM10 di origine industriale, per poi osservare una riduzione sia dell’inquinamento che della mortalità nel 2013-2014”.

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