Ilva e picchi di diossina, Perrini (Cor): “Sette mesi per avere una risposta”
Di seguito le dichiarazioni del consigliere regionale Renato Perrini (Cor).
Non solo ci sono voluti sette mesi per ottenere una risposta, per nulla esaustiva, ma oggi scopriamo che l’Arpa aveva già risposto nel mese di luglio, in concomitanza con una mia sollecitazione in aula, all’interrogazione che ho presentato a Marzo sui dati shock della diossina depositata nel quartiere Tamburi. Nell’interrogazione chiedevo spiegazioni in merito ai ritardi con cui sono stati diffusi tali dati relativi a novembre 2014, febbraio 2015 e quali soluzioni applicare affinché le anomalie riscontrate non si ripetessero. Gli atti che oggi l’assessore Santorsola allega dimostrano che la risposta poteva arrivare molto prima, quantomeno in estate. E non si comprende perché tali documenti ufficiali siano stati tenuti gelosamente nascosti fino ad ora.
Oggi arriva la risposta a distanza di quasi sette mesi, un tempo irragionevole ed assurdo considerando anche l’importanza dell’argomento, un tema tra l’altro così caro ultimamente al Presidente Emiliano, diventato il paladino della causa Taranto, pronto a tutto, “oggi”, per difendere la salute dei tarantini. Inoltre appare strano, quantomeno suscita qualche perplessità, il fatto che la risposta dell’assessore Santorsola sia arrivata a distanza di pochi giorni, solo due, dalla conferenza del Presidente che ha presentato la Relazione Epidemiologica della Regione, nella quale, nella sostanza, si conferma ciò che già sapevamo, ovvero che i bambini di Taranto soffrono in maniera sconsiderata la presenza della grande industria sul territorio.
Entrando invece nel merito della risposta faccio solo alcune considerazioni. L’assessore di fatto conferma che gli “eventi atipici”, sono da attribuire “al ciclo produttivo dello stabilimento Ilva”, riporta ciò che ha detto l’Arpa ovvero che non è escluso il ripetersi “di simili eventi eccezionali e contingenti”, ma soprattutto l’assessore ammette “i limiti del sistema di monitoraggio e controllo”. In pratica la fotografia di ciò che già sappiamo. Per ciò che concerne le soluzioni, ancora una volta siamo davanti alla retorica pura, alla predisposizione o revisione di vecchi Piani che nulla aggiungono alla soluzione del dramma ambientale di Taranto.