“I dati resi noti lunedì mattina fotografano, qualora ce ne fosse ancora bisogno di comprenderlo, una situazione che definire allarmante è dir poco. Ritengo conclusa la fase delle denunce, ora servono azioni concrete”. Così Gianni Liviano, consigliere regionale di Taranto, commenta i risultati dello studio sugli effetti delle esposizioni ambientali su popolazione residente nei comuni di Taranto, Statte e Massafra, e realizzato nell’ambito delle attività del Centro Salute ed Ambiente della Regione Puglia, in collaborazione con il Dipartimento di Epidemiologia del Servizio Sanitario Regionale del Lazio, della Asl di Taranto, di Arpa Puglia e di AReS Puglia. Studio presentato lunedì mattina, appunto, nella sala convegni della Regione Puglia, in via Gentile.
Per meglio comprendere la gravità della situazione e per conoscere nel dettaglio i risultati della valutazione epidemiologica, Gianni Liviano, in collaborazione con l’associazione Le città che vogliamo, ha invitato giovedì 6 ottobre nella sede di via Fiume 12 (ore 18.30), la dott.ssa Barbara Valenzano, a capo del dipartimento Mobilità, Qualità urbana, Opere pubbliche, Ecologia e paesaggio della Regione Puglia, il dott. Sante Minerba, responsabile della Struttura complessa di Statistica ed Epidemiologia della Asl di Taranto, la dott.ssa Antonia Mincuzzi, coordinatrice del Registro tumori dell’Asl Taranto, il presidente dell’Ordine dei medici di Taranto, dott. Mimmo Nume, il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano.
“Il +24% di ricoveri per malattie respiratorie dei bambini residenti nel quartiere Tamburi, +26% al quartiere Paolo VI, “continuano a certificare – aggiunge Liviano – una situazione davvero drammatica che pone ancora di più l’urgenza di interventi efficaci se si tiene conto che l’esposizione alle polveri industriali è responsabile di un +4% di mortalità, in particolare +5% della mortalità per tumore polmonare e +10% per infarto del miocardio. Dati che aumentano se si tiene conto dell’esposizione all’anidride solforosa industriale (+9% di mortalità, +17% mortalità per tumore polmonare, +29% per infarto del miocardio)”.
“Il rapporto, presentato questa mattina, illustra, conclude Liviano, i risultati dell’indagine epidemiologica “condotta per valutare l’effetto delle sostanze tossiche di origine industriale, emesse dall’Ilva, sulla salute dei residenti nei Comuni di Taranto, Statte e Massafra. Quello che più risalta con evidenza, e spaventa, è la relazione temporale che c’è tra l’aumento o la diminuzione dei picchi di produzione e l’aumento o la diminuzione dei decessi nel quartiere Tamburi. In pratica, camminano di pari passo. Insomma, il nesso di causalità tra emissioni industriali e danno sanitario non è più trascurabile ed è nostro dovere intervenire con misure efficaci. Sarebbe quindi il caso – conclude il consigliere regionale tarantino – che il presidente Emiliano riconsideri il piano di riordino ospedaliero per quanto riguarda il versante ionico” mentre diventa sempre più necessario accelerare i tempi sulla realizzazione del polo oncologico autonomo da Bari”.