Taranto, Capriulo su Istituto Nautico: “Sostenere prima di tutto quello che già c’è”

«Con riferimento al comunicato stampa in cui il sindaco chiede di istituire una scuola superiore ad indirizzo Nautico mi preme chiedere al primo cittadino, con lo stesso mezzo con cui apprendiamo la sua proposta,  per quale motivo non ha citato, almeno così si legge, le esperienze scolastiche ad indirizzo nautico già presenti sul territorio e faticosamente conquistate in questi anni». E’ quanto si legge in una nota di Dante Capriulo, consigliere comunale e provinciale di Taranto.

«Mi riferisco in particolare – continua Capriulo – all’esperienza dell’Istituto Professionale Archimede  che da qualche anno ha l’indirizzo nautico nella sua scuola (sita a Taranto in zona Salinella), con tanti di classi formate e funzionanti. Con alunni che studiano TRASPORTI E LOGISTICA, che è la nuova denominazione dell’ex nautico.

La questione è ben nota al comune di Taranto che tempo fa ha messo a disposizione i propri locali comunali della scuola ex Costa proprio per sostenere la creazione di una istruzione legata al mare. Tra l’altro nei mesi scorsi l’Archimede è risultato il primo Istituto Scolastico in Puglia nella graduatoria di merito per l’ammissione al finanziamento per i laboratori territoriali per l’occupabilità, con un progetto che ha a fondamento le attività legate al mare con l’obiettivo di preparare soggetti competenti che possano essere in grado di determinare un cambiamento nello sviluppo territoriale post acciaio.

Da quel che ricordo il comune è uno dei 62 partners della stessa scuola in questo progetto. Suggerirei pertanto, considerato altresì che la normativa scolastica vigente degli ultimi anni è fondata sulla aggregazione e sulla sostenibilità degli istituti (come dovrebbe sapere il Sindaco che per costituire un nuovo istituto servono almeno 600 alunni) che nell’avanzare proposte condivisibili in linea di principio si parta riconoscendo il lavoro già fatto sul territorio, coinvolgendolo, sostenendolo ed incentivandolo; per evitare di mettere in difficoltà quanto già esiste con fatica e laboriosità sul territorio tarantino”.