Polo Oncologico, l’Ordine dei Medici di Taranto: no all’accorpamento all’IRCCS di Bari

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Riceviamo e pubblichiamo la lettera aperta che il dottor Cosimo Nume, presidente dell’Ordine dei Medici di Taranto, rivolge al presidente della Regione Puglia Michele Emiliano

Desidero ringraziarla, anche a nome dei medici e degli odontoiatri di Taranto, per l’attenzione che sin dall’inizio del Suo mandato, e con particolare evidenza in questi ultimi giorni, sta dedicando al grave problema del rapporto fra industria, ambiente e salute nella nostra città.

Il Suo saluto al Consiglio Nazionale della Federazione degli Ordini riunito a Bari il 16 settembre scorso, con cui ha chiesto l’impegno di tutti i medici italiani per Taranto, ha consentito a chi scrive, con la collaborazione di Emanuele Vinci presidente di Brindisi, di estendere una mozione che è stata approvata all’unanimità da quell’assemblea, e che con l’occasione Le allego. A noi medici non compete, se non in quanto cittadini, entrare nel merito delle scelte in tema di politica industriale che disegneranno la Taranto di domani.

Compete invece istituzionalmente, e questa prerogativa la rivendichiamo appieno da anni negli atti e nei fatti, esprimere le nostre professionalità sia nel campo assistenziale che in quelli della epidemiologia e della prevenzione, in una realtà che registra un tutt’altro che invidiabile primato di incidenza di neoplasie in particolare nei bambini, come testimonia l’integrazione allo studio Sentieri-ISS 2015, e di altre malattie riconducibili a inquinanti ambientali.

In tal senso abbiamo accolto con favore l’idea da Lei sostenuta di rivedere il Piano di riordino ospedaliero prevedendo l’istituzione di un Polo Oncologico, da allocare nella struttura del San Giuseppe Moscati, allo scopo di fornire già nell’immediato soddisfacenti risposte alla crescente domanda di salute dei malati oncologici in termini di autosufficienza delle strutture e di coerenza e facilitazione dei percorsi assistenziali.

Attraverso una rimodulazione del complesso di specialità attualmente ricomprese nel “SS. Annunziata” di cui il Moscati è e rimarrebbe funzionalmente parte, crediamo sia possibile affiancare ai reparti esistenti, opportunamente irrobustiti, una piastra endoscopica con settori dedicati al polmone, all’apparato digerente, alle patologie ginecologiche e urologiche e testa-collo, e una unità funzionale di radiologia interventistica; ad esse si aggiungerebbe una piastra chirurgica per le predette branche, con laboratori dedicati di analisi, biologia molecolare e anatomia patologica che dispieghino le proprie potenzialità sia in termini di precisazione diagnostica e follow-up che in termini di prevenzione secondaria sulla popolazione generale. In raccordo con le unità cliniche non sarebbe inopportuno prevedere servizi di accoglienza e gestione delle problematiche psico-sociali legate alla particolare fragilità dei malati oncologici, e accorpare nella struttura il Registro Tumori, su cui diremo più avanti.

É evidente che una trasformazione di questo livello prevederebbe un rafforzamento di risorse non soltanto strumentali (a tal proposito urgentissimo poter disporre di un terzo apparecchio per la radioterapia oncologica), ma anche umane e professionali: medici, infermieri, fisici e altre figure tecniche indispensabili, aprendo un fronte di rivendicazione di deroghe a “blocchi” normativi che l’eccezionalità del “caso Taranto” impone di rimuovere.

Discorso a parte, come dicevamo, merita il Registro Tumori, realtà di eccellenza nella nostra città, che vede a breve seriamente in pericolo la propria esistenza sia per ventilate ipotesi di centralizzazione intra-regionale, sia per l’approssimarsi della scadenza dei contratti di ricercatori che hanno sin qui profuso grande capacità e costante impegno; per scongiurare questo rischio auspichiamo un Suo autorevole e risolutivo intervento.

Riservandoci di approfondire nel dettaglio ogni particolare della nostra proposta, condivisa con i colleghi che operano presso il Moscati, riteniamo invece di dover rigettare, in quanto impraticabile, ingiustificata e incoerente, l’ipotesi di accorpamento all’IRCCS “Oncologico” di Bari, realtà peraltro di innegabile prestigio scientifico con la quale sarà utile ogni collaborazione sul piano scientifico e dei protocolli di cura, in quanto una simile opzione non solo mortificherebbe ingiustamente le molte professionalità ora operanti “in trincea”, ma soprattutto di fatto decapiterebbe il corpo del complesso ospedaliero “SS. Annunziata”, con un rischio tutt’altro che remoto di declassamento e, in definitiva, di impoverimento dell’offerta di sanità pubblica nel nostro territorio.

Oltretutto, per quanto i presupposti siano molto diversi, non possiamo non rimarcare che questa città paga ancora oggi inopinatamente una scelta della precedente amministrazione – parliamo del “San Raffaele del Mediterraneo” – che produsse cospicui esborsi ma neppure un mattone del nuovo ospedale di cui Taranto, a prescindere da ogni altra soluzione intermedia, indubbiamente necessita. Per questo prendiamo atto con soddisfazione delle Sue rassicurazioni nel corso di una assemblea cittadina in merito alla preminenza della volontà di dotare urgentemente Taranto di un Polo Oncologico autonomo ed autosufficiente rispetto ad ogni altra residuale e poco convincente alternativa.

I nostri concittadini hanno dovuto addentare troppe volte la mela avvelenata della terribile scelta fra lavoro e salute, nella colpevole assenza o insipienza di molte istituzioni, ripiegandosi la città su se stessa anche sul piano culturale e demografico. A fronte di questa dolorosa realtà riconosciamo a Lei autorevolezza e competenza per scrivere finalmente pagine di speranza e condivisi progetti di rinascita, come quello oggetto di questo nostro appello, e in questo senso La preghiamo di ritenerci in ogni momento a Sua disposizione per un lavoro comune che getti i semi di un futuro diverso e migliore per la sanità ionica.

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