Un operaio, Giacomo Campo, di una ditta dell’appalto, la Steel Service, è morto in un incidente sul lavoro avvenuto nel reparto Afo4 dell’Ilva di Taranto. Lo si apprende da fonti sindacali. Dalle prime informazioni trapelate, pare che l’operaio stesse operando sul nastro trasportatore quando la parte finale di un contrappeso avrebbe ceduto facendo precipitare un carrello che ha schiacciato l’uomo. Sul posto, ispettori del lavoro, Cc e vigili del fuoco. Il corpo dell’operaio è ancora incastrato nel nastro trasportatore. (Ansa)
LA NOTA DELL’ILVA
«Nella mattinata di oggi, intorno alle 7, durante le attività di ripristino di un nastro trasportatore esterno all’altoforno 4 – si legge nella nota stampa dell’Ilva – si è verificato un incidente che ha coinvolto Giacomo Campo, 25 anni, dipendente della ditta esterna Steel Service. Il nastro, risultato danneggiato a seguito di un taglio longitudinale, era stato fermato nella notte per consentire l’intervento di riparazione.
Come da procedura aziendale, il nastro è stato preventivamente messo in sicurezza ed è stato privato di alimentazione elettrica. Nonostante l’applicazione di tutte le misure di sicurezza, durante le attività di rimozione del materiale ferroso che si era depositato sul rullo di invio, effettuate dall’operatore con un tubo aspirante, il nastro si è attivato e lo ha trascinato. Attualmente sono incorso accertamenti per approfondire le cause dell’incidente. L’azienda esprime profondo cordoglio e vicinanza alla famiglia di Giacomo Campo e a tutti i suoi cari”.
AGGIORNAMENTO
«ILVA – si legge in un secondo comunicato – a seguito dell’incidente avvenuto stamane, ha immediatamente riunito il comitato di crisi, composto dai commissari, dal management e dai tecnici della Società, che in queste ore sta collaborando con le autorità competenti per approfondire la dinamica dell’incidente. La Società ribadisce che l’operazione di pulizia del nastro, eseguita dalla ditta esterna, è avvenuta dopo che il nastro è stato disattivato e privato di alimentazione elettrica. Mentre l’operatore stava effettuando attività di pulizia sul rullo di rinvio il nastro si è mosso per cause in corso di accertamento e l’operaio è rimasto incastrato tra il rullo e il nastro. Si precisa che non vi è stato il crollo di alcun carrello né alcun cedimento strutturale. La Società darà ulteriori aggiornamenti sulla situazione appena si sarà fatta chiarezza e si avranno nuovi elementi”.
LE REAZIONI
«Sette operai rimasti uccisi dal 2012 a oggi – scrivono gli Amici di Beppe Grillo Taranto – al di là delle dinamiche dell’incidente ancora da vagliare, quello che ci addolora della disgrazia avvenuta questa mattina nel reparto Afo4 dell’Ilva di Taranto è l’ennesima perdita di una giovane vita. Per questo esprimiamo il nostro cordoglio ai familiari della vittima, Giacomo Campo, operaio della ditta Steel Service. Taranto piange un’altra vita proprio nel giorno precedente l’incontro “Riconvertire Si Può”, che si terrà domani a Bari alla Fiera del Levante. La campagna, targata M5s Puglia per ribadire che un futuro a Taranto oltre l’Ilva è possibile, vuole lanciare un messaggio di speranza concreta: “Niente più vittime di una fabbrica a rischio sicurezza e a rischio salute”.
Per Francesco Rizzo (Usb) “l’incidente di questa mattina presso lo stock house quattro dell’afo quattro non è una fatalità. È stata una vera e propria mancanza di rispetto delle regole della sicurezza. Infatti l’incidente è successo sotto gli occhi dei responsabili che non hanno voluto aspettare l’arrivo dei mezzi per la messa in sicurezza del tamburo. Tutto era fermo e spento ma si è deciso di iniziare con mezz’ora di anticipo. Questo per sottolineare ancora una volta come nell’Ilva di Taranto manchino Ormai regole e rispetto sulla sicurezza. Si tratta di un “omicidio”. Solo ieri pomeriggio abbiamo fatto un sit in. per ricordare l’operaio morto a Piacenza, anche il link per mancanza di attenzione verso i lavoratori. Questa mattina questa tragica notizia. È arrivato il momento di ribellarsi a questa situazione che è ormai indecente. Non bastano più le parole è necessario che la legge faccia il suo corso e punisca tutti i responsabili di questi omicidi”.
Legambiente Taranto si unisce al dolore dei familiari dell’operaio chiedendo che “vengano appurate al più presto le cause di quanto è accaduto per individuare eventuali responsabilità. Ma al di là di cause e responsabili, resta il dolore e la follia di un’ennesimo morto sul lavoro in una fabbrica commissariata, con impianti sotto sequestro, oggetto di dieci decreti legge. A giugno 2015 all’Altoforno 2 era morto in un altro incidente sul lavoro Alessandro Morricella. Chiediamo che si ponga fine a questa mattanza. Si effettuino tutti gli interventi necessari per permettere a chi lavora in Ilva di farlo in sicurezza. E si ponga mano agli investimenti previsti dall’AIA che, in attesa del nuovo Piano Ambientale, vanno comunque realizzati”.
LO SCIOPERO
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