Taranto come laboratorio ambientale su scala reale, che sia modello di riferimento nell’approccio alla rigenerazione del tessuto territoriale, sociale ed economico compromesso delle aree ad alto tasso di inquinamento. L’obiettivo del commissario straordinario per le bonifiche di Taranto, Vera Corbelli, sta nella comunicazione e nella condivisione del percorso tecnico-scientifico-operativo indirizzato alla crescita sostenibile dell’intera area di crisi ambientale di Taranto. L’approccio innovativo è alla base della giornata di lavoro promossa dalla stessa Corbelli – Bonifica e Rigenerazione dell’area Vasta di Taranto: un approccio innovativo per la creazione di un laboratorio scala 1:1 – e rappresenta un sistema trasversale che unisce i settori produttivi, culturali e imprenditoriali della città.
Parlare di bonifiche a Taranto implica un approfondimento sul mar Piccolo e sulle scuole del quartiere Tamburi, senza dimenticare il sito di rifiuti radioattivi dell’ex Cemerad a Statte. Il Mar Piccolo, che rappresenta il Dna di questa città, cuore e motore di Taranto, è interessato da “un progetto di sistema formato da undici sottoprogetti – ha riferito la Corbelli –, il cinquanta per cento dei quali sono già stati realizzati”. Un progetto che riguarda mar Piccolo è contenuto anche nella proposta di legge promossa dal Meet Up “Amici di Beppe Grillo Taranto” e prevede l’istituzione dell’“Area marina protetta del mar Piccolo e delle isole Cheradi”. Non solo protezione ambientale ma attività economica che punti anche sul turismo green (nel 2014 ha prodotto in Italia circa 12 miliardi di fatturato). Su questa proposta la Corbelli ha risposto che “mar Piccolo va protetto e valorizzato sull’esempio di Natura 2000”, cioè il principale strumento della politica dell’Unione Europea per la conservazione della biodiversità.
Le scuole dei Tamburi “hanno rappresentato la priorità e sono state riaperte oggi. I tempi del cronoprogramma sono stati rispettati nonostante qualche lungaggine burocratica, dobbiamo sistemare ancora alcune aree esterne” ha confermato la Corbelli. Resta da risolvere la questione delle polveri che dall’Ilva finiscono proprio su quelle scuole, dove i bambini non avrebbero adeguati sistemi di protezione. Sulla vicinanza delle strutture ai parchi minerali del siderurgico ancora scoperti, in violazione dell’Aia, il ministro dell’Ambiente Gianluca Galletti, intervenuto questa mattina al convegno, ha soltanto ribadito “la massima attenzione” del governo. Aggiungendo che “senza l’Ilva non può ripartire Taranto. Non esiste futuro per Taranto senza un’Ilva forte, competitiva e risanata”. Il ministro dell’Ambiente ha poi annunciato che “il 7 settembre è stato registrato alla Corte dei Conti il decreto interministeriale Sviluppo-Ambiente-Economia con il quale il governo mette a disposizione 300 milioni degli 800 previsti dalla legge per portare avanti il piano ambientale”.
Secondo Galletti, inoltre, su mar Piccolo, scuole dei Tamburi, Cemerad, porto si “è imboccata la strada giusta. Le risorse totali stanziate nel 2012 per l’area di crisi ambientale tarantina sono pari a 138 milioni di euro (28 del ministero), cui si aggiungono altri 20 milioni del ministero col decreto 1/2015. Le risorse trasferite al commissario oggi ammontano a 125 milioni di euro, 107,7 di queste impegnate”. Infine il riferimento al Contratto Istituzionale di Sviluppo per Taranto. “Il nostro lavoro ha trovato riferimento nell’importantissimo (CIS), che prevede la forte accelerazione di interventi con copertura finanziaria e l’avvio di nuove opere”.
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