L’Associazione Beni Comuni – Manduria ha aderito da subito, in modo fattivo, al Comitato Chidro Libero. L’abbattimento dell’ecomostro sul fiume Chidro, per le finalità dell’associazione, è certamente un’azione da condividere perché rappresenta, per tutto il nostro territorio, l’esempio di cosa non fare nei confronti dell’ambiente che ci circonda. Quando quell’opera venne concepita e realizzata si usarono tutti gli strumenti di persuasione per farla accettare dai cittadini.
Stante l’abituale aggressione alle coste con costruzioni abusive, poi condonate, fu facile accettare soprattutto da parte del mondo agricolo, anche quello scempio sul fiume Chidro. Anzi passò l’idea che l’utilizzo delle acque avrebbe dato una svolta all’agricoltura locale permettendone l’irrigazione dei campi e quindi un florido sviluppo futuro. In realtà l’acqua non arrivò mai nei campi e la rete irrigua rimase a secco.
Poi si pensò, per mitigare la naturale salinità delle acque del Chidro, di miscelarle con l’acqua del Sinni, fiume in terra di Lucania e anche qui si spesero, denari pubblici e innumerevoli parole per decantare l’opera che si sarebbe costruita e che avrebbe dissetato il Salento. Ennesima falsità perché l’acqua del Sinni in realtà doveva servire per raffreddare la progettata centrale nucleare accettata dalle amministrazioni locali dell’epoca. La centrale fu scongiurata dal referendum del 1986 e quindi saltò tutto il progetto dell’”acquedotto del Sinni” che non fu mai ultimato e la cui acqua ora è utilizzata all’interno dell’Ilva.
L’ecomostro sul fiume Chidro è l’occasione per questa comunità di dimostrare che finalmente si può rialzare la testa e guardarsi intorno. E’ l’opportunità di puntare ad uno sviluppo con il rispetto dell’ambiente e che tenga conto della partecipazione e del coinvolgimento dei cittadini. E’ necessario elaborare nuovi strumenti per permettere questo perché siamo convinti di mutate consapevolezza e sensibilità. Non sprechiamo l’ennesima lotta solo per marcare labili confini ideologici ma sfruttiamo l’occasione per ridiscutere del futuro di questo territorio alla luce del sole e con il maggior coinvolgimento possibile per raccogliere così i frutti delle nostre azioni. Chiedere l’abbattimento dell’ecomostro, il ripristino dei luoghi e della sicurezza è il minimo per scongiurare ulteriori sprechi di denaro pubblico. Si penserà dopo a come valorizzare il ripristinato ambiente. Solo così preserveremo quello che ci è rimasto da affidare ai nostri nipoti.
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