È stato pubblicato ieri 7 settembre l’aggiornamento di Ispra sullo stato di attuazione delle prescrizioni dell’AIA in vigore relativa agli impianti dell’Ilva di Taranto dopo la verifica ispettiva fatta il 20 e 21 aprile 2016. Dopo oltre 4 mesi e dopo che il decimo decreto salva e’ stato approvato conosciamo i risultati, come denunciato da Peacekink. Si registrano numerose violazioni ambientali dell’Aia per cui Ispra ha proposto, come la legge prevede, di diffidare Ilva per contestare anche il reato di gestione illecita dei rifiuti. Perché i risultati dell’ispezione vengono resi pubblici dopo oltre 4 mesi?
Il tutto accade mentre pochi giorni fa e’ stata presentata una nuova indagine sulla mortalità a Taranto coordinata dal prof. Forastiere. Lo studio evidenzia un eccesso di mortalità per cause naturali del 2,66% per ogni incremento di particolato PM10 di origine industriale di 1 microgr/m3, mentre la mortalità per cause respiratorie risulta in eccesso di 8,39% per analoghi incrementi del PM10. Lo studio sulle conseguenze delle emissioni di PM10 ed SO2 dell’ILVA dimostrano eccessi del 4% e 6 % della mortalità naturale, del 5% e dell’11% di decessi per malattie cardiache, del 10% e del 29% di decessi per infarto cardiaco.
Mentre a Taranto si continua a morire di inquinamento, Ilva si permette di continuare non solo di inquinare ma di violare quelle stesse norme ambientali già blande dei vari decreti salva Ilva. Ma quello che giorno dopo giorno rende tutto quello che sta accadendo a Taranto un’ingiustizia inaccettabile, è che c’è un’omertà istituzionale, nessuno interviene a partire dal ministro dell’Ambiente e di quello alla Sanità che se ne stanno in un irresponsabile silenzio.
ANGELO BONELLI – VERDI
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