Amo Taranto e i suoi mari perché li conosco
TARANTO – Dove si sarà nascosto Daniel mentre raggiungiamo il mare aperto a bordo di “Taras”, il catamarano della Jonian Dolphin Conservation? Avrà raggiunto i suoi compagni delfini, a qualche chilometro da qui, o ci sta aspettando tra l’isola di San Pietro e quella di San Paolo per ricordarci, ancora una volta, quanto è ricco e prezioso il Golfo di Taranto? Intanto, la telecamera subacquea va alla scoperta di quanto custodito tra i fondali e la superficie: quel mondo sommerso colmo di meraviglie che sopravvive anche al pregiudizio di chi lo crede morto.
Su un monitor collegato alla telecamera, davanti ai nostri occhi, appaiono immagini suggestive provenienti dalla profondità del mare: dalla pinna nobilis alla Poseidonia, dalle donzelle agli spirografi. L’incanto è contagioso e trasversale. Coinvolge tutti: dai bimbi agli adulti che per tutta la durata del viaggio pendono dalle labbra di Carmelo Fanizza ed Enza Tomaselli, due guide d’eccezione, appassionate e coinvolgenti.
Proprio la Tomaselli ha coniato lo slogan “Amo Taranto perché la conosco” (leggi qui), urlato a squarciagola da tutti gli ospiti del catamarano mentre si attraversa il canale navigabile, sotto il ponte girevole. Un urlo liberatorio, colmo di speranza, che arriva alle orecchie dei tanti visitatori del Castello Aragonese in questa calda serata d’agosto.
E’ anche un invito a lasciare la terraferma per raggiungere il mar Grande e il mar Piccolo, dove è possibile scoprire la meraviglia dei citri, sbocchi in superficie di un fiume sotterraneo proveniente dagli altopiani della Murgia. Ce ne sono almeno 33, di cui 13 nel primo seno e 20 nel secondo. Particolarmente suggestivo è quello del fiume Galeso, situato vicino ai pali delle cozze. Ipotizzare una forma di geoturismo marino, come fa la Tomaselli, non sembra azzardato.
Qui il panorama è straordinario. Ci racconta un passato glorioso legato alla mitilicoltura ed una stagione critica, cominciata nell’estate del 2011, a causa della contaminazione di diossine e pcb. Nel primo seno, si può coltivare solo il novellame destinato a crescere nel secondo seno o in mar Grande, dove le acque sono più pulite. I mitili che arrivano sul mercato sono i più sicuri al mondo perché sottoposti a costanti controlli a tutela della salubrità. Un messaggio che la Tomaselli lancia in maniera esplicita per contrastare il pregiudizio ancora esistente nei confronti della cozza tarantina.
L’Ilva rimane sullo sfondo, come un intruso privo di parola. A rubare la scena ci pensa la magia del tramonto. Poi tocca alla luna rossa, quasi piena, che giganteggia all’orizzonte, come una palla di fuoco. Anche il mar Grande regala emozioni.
L’Isola di San Paolo è un frammento di storia che mantiene il fascino del proibito. Per quanto tempo ancora? I progetti per renderla fruibile ci sono da tempo e attendono il momento giusto per essere realizzati. Come tanti sogni ad occhi aperti cullati da tarantini folli e visionari che osano spingersi oltre i confini della stretta attualità.
Carmelo Fanizza, presidente di Jonian Dolphin Consevation (foto di Marcello Dalla Rena, ndr), appartiene a questa categoria. Con orgoglio mostra foto recenti con cuccioli di delfino. Per il quarto anno consecutivo il Golfo di Taranto si è rivelato una vera e propria nursery. «Anche quest’anno abbiamo individuato la presenza di piccoli – ci spiega – ormai è dimostrato che questi animali vengono qui per riprodursi. Sappiamo tutto di loro: conosciamo anche il nome della mamma che ha partorito. Abbiamo raggiunto un livello di conoscenza straordinario».
Ma come nasce l’idea di utilizzare un’imbarcazione per svolgere attività didattiche? La risposta arriva dalla Tomaselli: «Un giorno, durante un’assemblea, Carmelo chiese ai ragazzi presenti (circa 700): com’è il mare di Taranto? Loro risposero così: è inquinato. Da quel momento, capimmo che bisognava scardinare un sistema. Non con le parole, ma attraverso delle uscite in barca con la telecamera subacquea. Ciò permette di scoprire l’esistenza di una notevole biodiversità: dalle tartarughe Caretta caretta alle stelle marine».
Le meraviglie della Taranto sommersa sono qui, a portata di mano, pronte a incuriosire i residenti e i turisti. Un’esperienza che tutti dovrebbero vivere per dimenticare le futili polemiche che frenano lo sviluppo della città e per cominciare a credere, con sempre maggiore convinzione, ad un riscatto possibile. Grazie alla straordinaria bellezza della natura e degli uomini e delle donne che sanno amarla.