Ilva, PeaceLink: “Renzi non ha preso contatto con la città del dolore”

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“Renzi in visita a Taranto non ha preso contatto con la città del dolore e della disperazione. Non si è inchinato di fronte ai suoi drammi. Taranto sta morendo. Sempre di più. Nel vero senso del termine”. E’ quanto afferma Peacelink in una nota. L’associazione fornisce l’anticipazione di una ricerca aggiornata al 2015 con cui si dimostra che la situazione sanitaria è peggiorata anche dopo i dieci decreti sull’Ilva. Di seguito il comunicato stampa.
Il primo decreto ILVA è del dicembre 2012. Fino al 2012 le autorità sanitarie hanno dimostrato l’esistenza di un costante e per certi aspetti aggravato stato di criticità per la salute della popolazione Tarantina.Dopo il 2012 non vi sono dati epidemiologici perché le ricerche epidemiologiche hanno tempi lunghi.Vi presentiamo pertanto un indicatore grezzo: la mortalità giorno per giorno.Ecco i dati di media della mortalità giornaliera:
anno 20135,3decessi al giorno a Taranto
anno 20145,55decessi al giorno a Taranto
anno 20155,63decessi al giorno a Taranto
dicembre 20156,84decessi al giorno a Taranto
Questo significa che mediamente si passa da una media mensile di 159 decessi al mese del 2013 ad una media mensile di 169 decessi del 2015: dieci in più ogni mese.
159media mensile dei decessi a Taranto
167media mensile dei decessi a Taranto
169media mensile dei decessi a Taranto
E questo dato non è imputabile solo all’invecchiamento della popolazione.Prova ne è il fatto che nel dicembre 2015 vi è stato un picco di 212 morti. Ben 34 in più rispetto al dicembre 2014, quando a Taranto si registrarono 178 decessi.
Ricordiamo che nel mese di dicembre 2015 PeaceLink lanciò un allarme perché a Taranto erano previste tre settimane di vento dall’area industriale sulla città.
L’ARPA e ASL accolsero la proposta di PeaceLink di avvisare i cittadini durante i Wind Days (vento dall’area industriale) perché in quei giorni poteva aumentare la mortalità immediata (o dopo pochi giorni dall’esposizione alle polveri sottili, ossia il PM10). Infatti aumenti di PM10 – lo hanno appurato importanti studi scientifici – possono provocare aumenti immediati della mortalità per ictus e infarti, che sono correlabili all’inquinamento. Ne è la riprova uno studio del Centro Salute e Ambiente sull’aumento di mortalità nel quartiere Tamburi durante i Wind Days, che recentemente abbiamo diffuso assieme alla dottoressa Annamaria Moschetti.
I dati più recenti che possiamo produrre sono qui

https://docs.google.com/spreadsheets/d/1Bglg1rt9hHUMw0ISBQZf9oeufc5HRsYK0w3lHLn94JM/edit?usp=sharing

Nei prossimi giorni PeaceLink convocherà una conferenza stampa per illustrare ai giornalisti la ricerca che stiamo conducendo sui dati di mortalità a Taranto. Una ricerca con dati allarmanti che dovrebbero portare a istituire un registro di mortalità in tempo reale per monitorare una situazione drammatica su cui molti politici chiudono gli occhi.
Facciamo un appello al presidente della Regione Puglia Michele Emiliano: contiamo i morti di Taranto giorno dopo giorno. In real time. Monitoriamo la tragedia. Nessuno vuole farlo perché i decessi stanno aumentando, e questo contraddice l’ottimosmo del governo. Ma è nostro dovere farlo per un un dovere verso i cittadini di Taranto. Oggi il potere nasconde il dolore e la verità. Alle istituzioni spetta invece il compito di essere dalla parte dei cittadini.
Alessandro Marescotti
Presidente di PeaceLink 

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