Renzi a Taranto: un fronte trasversale urla il suo “no”

TARANTO – E’ trasversale il fronte che si oppone al premier Matteo Renzi in questa torrida giornata di fine luglio: dal Movimento Cinque Stelle ai Verdi, dai “Liberi e Pensanti” a Rifondazione Comunista. Anime tra loro molto diverse si ritrovano in piazza Garibaldi, a pochi metri dall’ingresso del Museo archeologico nazionale, dove il presidente del Consiglio è atteso per l’inaugurazione del secondo piano.

«A Taranto manca la buona politica e purtroppo tra i cittadini c’è un po’ di rassegnazione – commenta Rosa D’Amato, eurodeputato M5S – magari qualcuno ha protestato contro Renzi e il Governo anche non venendo, ma chi oggi è sceso in piazza ha sicuramente voglia di lottare. Io vedo che qualche passo verso una diversa visione dell’economia cittadina si sta compiendo. Ormai, si è arrivati alla consapevolezza che l’ambientalizzazione dell’Ilva non è possibile. Adesso cominciano a dirlo anche alcuni sindacalisti e consiglieri comunali di altri partiti. Qualcosa sta cambiando e anche diversi imprenditori cominciano a indirizzare in maniera differente i loro investimenti. Parlano di cultura, turismo, aeroporto. Bisogna, però, dare la spallata definitiva a partire dalle prossime elezioni amministrative. Ci vuole un Comune che sappia sbattere i pugni sui tavoli istituzionali, a livello nazionale e regionale».

A qualche metro di distanza, incontriamo un’altra voce che si oppone all’attuale politica governativa, anche se collocata su altre coordinate.

«Oggi combattiamo non solo per chiedere una vita dignitosa dal punto di vista lavorativo e ambientale, ma anche per dire a Renzi che le sue politiche, dal Jobs Act alla cementificazione del territorio, senza dimenticare la restrizione della sanità pubblica, a noi non vanno assolutamente bene – spiega Remo Pezzuto, segretario provinciale del Prc – non si tratta di rivendicare solo il diritto dei tarantini e delle tarantine a vivere una vita migliore. Questa è una giornata di lotta a tutela dei diritti di tutti: dai lavoratori ai precari. La chiusura dei reparti negli ospedali pugliesi non è solo colpa del presidente della Regione, Michele Emiliano – aggiunge – ma dipende anche dalle scelte di un Governo nazionale che sta tagliando fondi alla sanità pubblica e non permette di salvaguardare il diritto alla salute».

La cronaca della giornata di protesta: clicca qui!

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