Con la visita di domani a Taranto, il presidente del consiglio Matteo Renzi si prepara all’ennesima passerella nella città che, giorno dopo giorno, affronta i veleni , non solo dell’inquinamento industriale, ma anche di quelli politici, che di fatto ne impediscono una prospettiva di futuro alternativa, oltre che costringerla ad un presente di emergenza. Sotto tutti i profili: sanitario, economico, sociale, ambientale. Ricordiamo l’ultima visita a Taranto del premier, l’incontro in Prefettura per parlare di Ilva, quando disse che si “può fare impresa rispettando la salute e l’ambiente. L’Ilva è una partita che appartiene al futuro e non al passato”. Era il 13 settembre 2014. La partita continua a giocarsi sulla pelle dei Tarantini che si ammalano e muoiono per decreto con la complicità del PD locale incapace di imporsi a livello nazionale.
Dopo quasi due anni i pediatri che chiesero di incontrarlo aspettano risposta, i cittadini aspettano ancora di capire come si fa impresa rispettando la salute e l’ambiente, soprattutto quando al quartiere Tamburi vengono invitati a chiudere le finestre nei giorni di vento per tenersi al riparo dai minerali del siderurgico. Il decimo decreto “Salva-Ilva” è la sintesi del fallimento politico di questo governo che regala l’immunità a chi compra lo stabilimento più inquinante d’Europa per continuare una produzione d’acciaio incompatibile con la vita di donne, uomini e bambini. Ecco come il PD risolve i problemi dei cittadini, per poi sfilare con i suoi rappresentanti sotto gli ospedali quando chiudono o vengono depotenziati anche grazie alla loro approvazione.
Taranto non ha bisogno di passerelle, presidente Renzi. Ha bisogno di una spinta per venire fuori dal pantano in cui Lei e il PD l’avete costretta. Domani verrà a inaugurare il secondo piano del MarTa, a fare i selfie con i reperti archeologici. Parlerà di Ilva e del porto e sarà ospite della Summer School della FutureDem per discutere di sviluppo economico e del ruolo dei cittadini nel percorso di crescita del Paese. Cosa andrà a dire? Vada all’ospedale “Moscati” prima che finiscano di chiudere tutti i reparti, vada a rendersi conto del ruolo dei cittadini nel percorso di crescita che prospettate. Vada al parco minerali dell’Ilva, provi a sporcarsi le mani con gli operai. Provi a capire come vedono il proprio futuro oltre quel fumo negli occhi che decreto dopo decreto cercate di alimentare.
Domani si bloccherà Taranto, con danni alla circolazione e agli esercenti. Negli ultimi cinque anni sono 2.635 le imprese commerciali chiuse a Taranto. Ecco un altro elemento che dà al premier Renzi e al PD locale la possibilità di ragionare sui drammi veri, quelli della gente comune, non quelli delle banche e degli amici delle lobby al potere.
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