Nove serate di teatro, musica e arti visive (con prime assolute) all’insegna della ricerca e del popolare. E di un «Sud vivente». Dal 28 luglio al 27 agosto torna, a Laterza, per iniziativa dell’amministrazione comunale e il sostegno della Regione Puglia, il Festival della Terra delle Gravine ideato e diretto da Giovanni Tamborrino, che quest’anno si avvale della collaborazione artistica dei Teatri di Bari, Kismet e Abeliano.
Torna, dunque, l’opificio delle arti che, per la combinazione di proposta artistica e arcaicità dei luoghi, già negli anni Novanta aveva attirato l’interesse di importanti studiosi di teatro-musicale contemporaneo dando vita, in grotte, antri e spelonche, ad un’esperienza unica nei luoghi dominati dalla stessa pietra sulla quale Matera ha poi fondato la propria affermazione di Capitale europea della Cultura.
Il Festival vuole, pertanto, continuare a promuovere la riflessione identitaria sul territorio delle Gravine che l’ha ispirata vent’anni fa mettendo in scena opere, in prossimità di chiese rupestri, gravine e luoghi insoliti (dunque, fuori dalle mura dei teatri) con l’obiettivo – spiega Tamborrino – di «aumentare la “percezione sognante”, di creare uno spazio di riposo dall’oppressione del reale».
Due le sezioni previste, a contorno delle quali si collocano come «fuori programma» il concerto inaugurale del cantautore siciliano Mario Venuti (28 luglio, piazza Vittorio Emanuele) e il drum contest «Batteria Ring» con cinquanta musicisti disposti con i loro strumenti a darsi battaglia lungo la via centrale di Laterza (5 agosto).
Della prima sezione, più sperimentale, fanno parte due opere in prima assoluta, una con la drammaturgia l’altra con le musiche di Tamborrino, compositore celebrato nel 2012 per le sue «opere senza canto» con il Premio Abbiati, l’Oscar della musica classica. Si tratta di «Immond(izia)», ispirata a «Le città invisibili» di Italo Calvino, in programma il 18 agosto tra le carcasse d’auto di uno sfasciacarrozze, e «Madre Terra», performance per pianoforte e percussioni con danze tribali e installazioni luminose di Nicola Genco, prevista il 20 agosto nella Fontana Antica di via Concerie.
Sempre alla sezione «ricerca» si devono ricondurre le ouverture introduttive ad alcuni spettacoli con musiche contemporanee di Iturralde, Varèse, Xenakis, Berio e Tamborrino suonate da Marianna Di Ruvo e Vittorio Tamburrano (sax), Flavio Giove (flauto), Giuseppe Zeverino (percussioni), Elisabetta Fusillo (pianoforte classico e preparato), Michele Lomuto (trombone), Teresa Puntillo (flauto), Chiara Ratti (clarinetto) e Vito Milito (sax).
Al secondo filone, dedicato al teatro dei nostri giorni, appartengono gli spettacoli «Capatosta» del Crest (4 agosto, Antica Fornace), «U Parrinu» (6 agosto, piazza San Carlo, centro storico), «Il gatto e gli stivali» (25 agosto, Palazzo Marchesale) e «#piùshakespearepertutti» dei Teatri di Bari (27 agosto, Palazzo Marchesale).
Prevista, inoltre, il 13 agosto, una «Notte bianca a colori», una festa delle arti, luogo d’incontro di musiche e immagini, tra Palazzo Marchesale e piazzale San Lorenzo, con parate di percussioni, installazioni sonore, performance di ottoni, di sax e reading.
Tutti gli appuntamenti sono a ingresso libero. Info 099.8297911
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